Nel
primo quinquennio del 2000 la Capcom si distinse per la sua volontà di voler
investire su delle proprietà intellettuali completamente nuove. Accanto alle
sue grandi tradizioni come Resident Evil, la software house cominciò quindi ad
esplorare nuove possibilità che non si occupassero del tutto di concetti e
contesti solamente occidentali. La risposta a questo arrivò con la creazione
della serie di Onimusha, che si sarebbe ben presto rivelata, grazie anche al
coinvolgimento di personalità di spicco dell’ambiente cinematografico, uno dei
franchise più redditizi per l’azienda. Quello di cui ci accingiamo a parlare
oggi è il secondo episodio della trilogia, sottotitolato Samurai’s Destiny.
La Bottega del Bardo
Recensioni e considerazioni sulla videoludica e non solo.
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In questo blog vengono espresse OPINIONI e preferenze, come tali PERSONALI e non necessariamente imparziali: e si è perfettamente liberi di farlo, essendo questo, nonostante il nome possa trarre in inganno, uno spazio personale, no profit, e gentilmente fornito da Blogger e Blogspot.
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domenica 15 settembre 2013
domenica 8 settembre 2013
Recensione - DEAD RISING 2
La Capcom è sempre stata un’azienda che, nonostante le
sue radici giapponesi, si è sempre concentrata su idee e concetti occidentali.
E per certi versi, è proprio questo che le ha permesso di divenire una marca
riconoscibile in tutto il mondo, fin in dai tempi dei coin-op ispirati
all’etica cavalleresca. All’intenzione si è poi sommata una vera competenza,
cosa che ha permesso di sviluppare serie che ancora oggi sono oggetto di culto.
Una delle ultime arrivate era Dead Rising, una nuova rappresentazione
dell’epidemia zombi dalle evidenti radici cinematografiche. Il successo in
questo senso fu decisamente inaspettato, anche considerando il fatto che gli
zombi sono da sempre cibo (ehm) da occidentali. Quattro anni dopo, il sequel.
giovedì 8 agosto 2013
Recensione - DYNASTY WARRIORS 8
Secondo un’idea condivisa, un sequel dovrebbe fare due
cose: prendere il prodotto originario e migliorarlo in ogni suo aspetto,
limando al contempo gli spigoli che inevitabilmente un’opera prima reca con sé.
In inglese, il modo di dire per questo è bigger
and better (più grande e migliore). Il genere Mosou agli occhi del pubblico
generalista sembra non aver seguito queste direttive, ancorandosi nel corso
degli anni ad un cocciuto immobilismo. Inutile dire che l’annuncio dell’uscita
europea dell’ottavo capitolo, fin dall’inizio presentatoci come “l’esperienza Dynasty Warriors definitiva”,
abbia destato non poco interesse. Promessa
mantenuta?
mercoledì 10 luglio 2013
Riflessione - JAMES HELLER
L’ultima
frase di Alex Mercer nel primo Prototype
era “Cosa sono diventato? Qualcosa di
meno di un essere umano… Ma anche qualcosa di più”.
Queste
erano le giuste premesse per un seguito. Ma gli ormai sciolti Radical
Entertainment non si lasciarono abbindolare, e per Prototype 2 si impegnarono per uno sconvolgente capovolgimento di
fronte. L’ambientazione rimase la stessa, ma cambiarono protagonista: questa
volta impersoniamo non un virus senziente che non sa di esserlo, bensì un
essere umano perfettamente consapevole. La maturità del brand si manifesta
dallo stesso prologo, ora non più una distruzione insensata di 10 minuti ma una
storia ben precisa di ben 40, che mostra il background di Heller e le sue
ragioni per andare a caccia di Mercer, qui divenuto villain.
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venerdì 5 luglio 2013
Recensione - WARRIORS OROCHI 3
Ormai
vi sarà chiaro: qui alla Bottega ci piacciono i Mosou. La recensione di oggi, di pari passo con la retrospettiva che
aspetta solo l’ultima parte sugli spin-off per concludersi, parlerà proprio uno dei più popolari, l’ultimo nato della serie Warriors Orochi, serie da sempre
conosciuta per essere una grande summa delle IP più famose della Koei. Il
Mosou definitivo o una semplice ammucchiata?
sabato 29 giugno 2013
Riflessione - THE LAST OF US
Ho finito da poche ore la trama principale di The Last of Us. Mi ero ripromesso di recensirlo in tempi brevi, di darvi la mia opinione sull’ultimo nato dei Naughty Dog.
Vi sembrerà strano che stia parlando in prima persona. E’ una decisione che ha un perché strettamente correlato alla mia decisione di non recensire questo gioco. La critica l’ha già sviscerato per bene, e si è sperticata sulla sua grandezza. Ci hanno preso in pieno, è un capolavoro di quelli che ti capitano una volta ogni dieci anni se sei fortunato. Mi sono detto che una recensione entusiastica in più o in meno non avrebbe fatto differenza. Quello che potrà rappresentare un contributo reale alla fama di questo gioco, forse, sarà cercare di raccontarvi cosa ha scatenato nella mia mente di Bardo l’avventura di Joel ed Ellie. Parlerò a braccio, quindi chi non ha finito il gioco e non vuole spoiler farebbe bene a non procedere con l’ascolto. Gli altri, aspettino un momento in modo che possa creare un po’ d’atmosfera…
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sabato 22 giugno 2013
Recensione - FINAL FANTASY X
A
prescindere da dove la stai scrivendo, la recensione di un titolo come quello
di oggi è una responsabilità pesante, specie considerando l’importanza che ha
avuto per un’intera generazione di gamers. Ovviamente, stiamo parlando di Final Fantasy X, sviluppato dalla
Squaresoft e pubblicato in tutto il mondo tra il 2001 e il 2002 per il solo monolito
nero della Sony. Costato una cifra spropositata e ampiamente ripagato dalle
varie acclamazioni e vendite, nato uccidendo la visibilità del nono capitolo
sulla PSOne, ancora oggi viene acclamato come uno dei migliori videogiochi mai
scritti da mente umana. E’ ancora così? Leggete.
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