DISCLAIMER

In questo blog vengono espresse OPINIONI e preferenze, come tali PERSONALI e non necessariamente imparziali: e si è perfettamente liberi di farlo, essendo questo, nonostante il nome possa trarre in inganno, uno spazio personale, no profit, e gentilmente fornito da Blogger e Blogspot.
Se volete entrare e sentire il pensiero di uno dei tanti, fate pure, l'ingresso è gratuito.

sabato 22 giugno 2013

Recensione - FINAL FANTASY X

A prescindere da dove la stai scrivendo, la recensione di un titolo come quello di oggi è una responsabilità pesante, specie considerando l’importanza che ha avuto per un’intera generazione di gamers. Ovviamente, stiamo parlando di Final Fantasy X, sviluppato dalla Squaresoft e pubblicato in tutto il mondo tra il 2001 e il 2002 per il solo monolito nero della Sony. Costato una cifra spropositata e ampiamente ripagato dalle varie acclamazioni e vendite, nato uccidendo la visibilità del nono capitolo sulla PSOne, ancora oggi viene acclamato come uno dei migliori videogiochi mai scritti da mente umana. E’ ancora così? Leggete.




Zanarkand è una metropoli tentacolare, futuristica, ipertecnologica. Ci vive un famoso campione sportivo di nome Tidus. La sera della finale, la città viene attaccata da una entità maligna e apparentemente onnipotente di nome Sin. Scampato alla distruzione della città ma catapultato inspiegabilmente 1000 anni nel futuro, troverà un mondo regredito e bigotto, pauroso dello stesso Sin e della tecnologia. Accetterà di seguire un’invocatrice in un pellegrinaggio.




Final Fantasy X è un poema epico, nel bene e nel male. E con il termine epico si definisce una vicenda che ha l’essere umano, e solo lui, come motore portante e centro della storia. Le vicende raccontate hanno subito una inclinazione verso il gigante, l’ipertrofico. Diventa subito una ricerca più grande degli stessi ricercatori, li intrappola in un percorso fatalista che sconvolge, spezza, ce li riporta ad un livello empatico. Tidus stesso riesce immediatamente in questo ruolo, in quanto eroe fallibile ed imperfetto e, per questo, umanissimo.
Ma allo stesso modo, la storia ha i suoi difetti. Il suo incedere del tutto lineare, incentrato in maniera quasi esclusiva sulla narrazione, è il male minore se consideriamo tutta l’inutile autoreferenzialità e celebrazione che vengono ostentati nel trattare tematiche filosofiche e metafisiche, concentrata com’è solo sul sentimento del kolossal.



Il gameplay ha subito alcune sostanziali modifiche rispetto ai precedenti capitoli. L’esplorazione è ancora relativamente libera, le ore da spendere nel vedere tutto arrivano a tre cifre. A fronte della scomparsa dei normali EXP si hanno ora gli AP, da spendere per avanzare su di una grande griglia tentacolare dal nome di Sferografia. Ci si potenzia, si ottengono abilità. Ma a fronte della grande specializzazione dell’inizio, per forza di cose ci si riduce a voler insegnare tutto a tutti i 7 personaggi, con buona pace di chi cercava la specializzazione come strategia principe.
Dispiace dirlo, ma la progressione dei combattimenti a turni, ora legata ad un rigido ed inquadrato sistema di successione degli stessi (Conditional Turn Based, in sostituzione della vecchia Active Time Battle) appare decisamente regredita, pesante nel suo essere legata ad un grinding a volte estremo.



Il debutto su PlayStation 2 della Squaresoft doveva essere spettacolare, e tale doveva essere il suo brand più famoso. E ci si riesce benissimo: Final Fantasy X è semplicemente il trionfo dello stile. A fronte di una qualità grafica per i tempi altissima, fatta di espressioni facciali ed animazioni ad altissima densità poligonale e di motion capture, interviene una qualità di design semplicemente fuori parametro. Look stravaganti studiati, effetti speciali e coreografie delle battaglie studiate al millimetro, una quantità smodata di filmati CG che si intersecano con il motore di gioco senza soluzione di continuità. In una parola: spettacolo puro. Ma il difetto forse è che stiamo parlando di un motore di gioco che è solamente una versione pompata dei precedenti, tanto che si notano ancora scenari pre-renderizzati.



Meno indimenticabile, purtroppo, il comparto sonoro: il maestro Uematsu si è fatto aiutare a causa della davvero enorme mole di lavoro, ma i comprimari che lo hanno assistito non hanno la sua stessa verve e si vede: se i temi composti da Uematsu ci sono e sono riconoscibili (commovente il main theme) il resto non lascia il segno.
Anche il doppiaggio non è una gran vetta; alcuni attori sono davvero interessanti e calati nella parte, ma si vede che invece altri non hanno neppure la dizione per ruoli chiave.



Il decisivo mutamento della serie, iniziato con FFVIII e parzialmente interrotto con l’IX, avviene del tutto con questo prodotto e con i vari, nefasti, inutili, anacronistici sequel e prequel. Eppure, sarà per la nostalgia, o per il fatto che sono anni che non se ne vedono più così di giochi, il decimo capitolo di Final Fantasy riesce ancora a stupire, a rendersi avvincente nella sua lentezza. E’ un inno orgoglioso e sinfonico alla propria fallace natura umana, nella sua possibilità di poter scegliere da sola il proprio destino, della sua determinazione capace anche di detronizzare le divinità (o presunte tali). Un classico quindi, ma sulla sua immortalità, c’è ancora da rifletterci.
Voto: 87/100 
Scheda Tecnica
Casa Squaresoft | Sviluppatore: Squaresoft | Formati Disponibili PlayStation 2 | Formato Esaminato PlayStation 2 | Prezzo N.D. | Specifiche tecniche 64 KB Memory Card, Controller analogico con levette, compatibile vibrazione | Lingua Italiano (testo a schermo e sottotitoli), Inglese (parlato) | Multigiocatore Non presente | Età consigliata 11+ (ELSPA), 12+ (PEGI) |

Nessun commento:

Posta un commento