A
prescindere da dove la stai scrivendo, la recensione di un titolo come quello
di oggi è una responsabilità pesante, specie considerando l’importanza che ha
avuto per un’intera generazione di gamers. Ovviamente, stiamo parlando di Final Fantasy X, sviluppato dalla
Squaresoft e pubblicato in tutto il mondo tra il 2001 e il 2002 per il solo monolito
nero della Sony. Costato una cifra spropositata e ampiamente ripagato dalle
varie acclamazioni e vendite, nato uccidendo la visibilità del nono capitolo
sulla PSOne, ancora oggi viene acclamato come uno dei migliori videogiochi mai
scritti da mente umana. E’ ancora così? Leggete.
Zanarkand è una metropoli tentacolare, futuristica, ipertecnologica. Ci vive un famoso campione sportivo di nome Tidus. La sera della finale, la città viene attaccata da una entità maligna e apparentemente onnipotente di nome Sin. Scampato alla distruzione della città ma catapultato inspiegabilmente 1000 anni nel futuro, troverà un mondo regredito e bigotto, pauroso dello stesso Sin e della tecnologia. Accetterà di seguire un’invocatrice in un pellegrinaggio.
Final Fantasy X è un poema epico, nel
bene e nel male. E con il termine epico si definisce una vicenda che ha l’essere
umano, e solo lui, come motore portante e centro della storia. Le vicende
raccontate hanno subito una inclinazione verso il gigante, l’ipertrofico.
Diventa subito una ricerca più grande degli stessi ricercatori, li intrappola
in un percorso fatalista che sconvolge, spezza, ce li riporta ad un livello
empatico. Tidus stesso riesce immediatamente in questo ruolo, in quanto eroe
fallibile ed imperfetto e, per questo, umanissimo.
Ma
allo stesso modo, la storia ha i suoi difetti. Il suo incedere del tutto lineare, incentrato in
maniera quasi esclusiva sulla narrazione, è il male minore se consideriamo
tutta l’inutile autoreferenzialità e celebrazione che vengono ostentati nel
trattare tematiche filosofiche e metafisiche, concentrata com’è solo sul
sentimento del kolossal.
Il
gameplay ha subito alcune sostanziali modifiche rispetto ai precedenti
capitoli. L’esplorazione è ancora relativamente libera, le ore da spendere nel
vedere tutto arrivano a tre cifre. A fronte della scomparsa dei normali EXP si
hanno ora gli AP, da spendere per avanzare su di una grande griglia tentacolare
dal nome di Sferografia. Ci si potenzia, si ottengono abilità. Ma a fronte
della grande specializzazione dell’inizio, per forza di cose ci si riduce a
voler insegnare tutto a tutti i 7 personaggi, con buona pace di chi cercava la
specializzazione come strategia principe.
Dispiace
dirlo, ma la progressione dei combattimenti a turni, ora legata ad un rigido ed
inquadrato sistema di successione degli stessi (Conditional Turn Based, in sostituzione della vecchia Active Time Battle) appare decisamente
regredita, pesante nel suo essere legata ad un grinding a volte
estremo.
Il
debutto su PlayStation 2 della Squaresoft doveva essere spettacolare, e tale
doveva essere il suo brand più famoso. E ci si riesce benissimo: Final Fantasy X è semplicemente il
trionfo dello stile. A fronte di una qualità grafica per i tempi altissima, fatta
di espressioni facciali ed animazioni ad altissima densità poligonale e di
motion capture, interviene una qualità di design semplicemente fuori parametro.
Look stravaganti studiati, effetti speciali e coreografie delle battaglie
studiate al millimetro, una quantità smodata di filmati CG che si intersecano
con il motore di gioco senza soluzione di continuità. In una parola: spettacolo
puro. Ma il difetto forse è che stiamo parlando di un motore di gioco che è solamente
una versione pompata dei precedenti, tanto che si notano ancora scenari pre-renderizzati.
Meno
indimenticabile, purtroppo, il comparto sonoro: il maestro Uematsu si è fatto
aiutare a causa della davvero enorme mole di lavoro, ma i comprimari che lo
hanno assistito non hanno la sua stessa verve e si vede: se i temi composti da
Uematsu ci sono e sono riconoscibili (commovente il main theme) il resto non
lascia il segno.
Anche
il doppiaggio non è una gran vetta; alcuni attori sono davvero interessanti e
calati nella parte, ma si vede che invece altri non hanno neppure la dizione
per ruoli chiave.
Il
decisivo mutamento della serie, iniziato con FFVIII e parzialmente interrotto
con l’IX, avviene del tutto con questo prodotto e con i vari, nefasti, inutili,
anacronistici sequel e prequel. Eppure, sarà per la nostalgia, o per il fatto
che sono anni che non se ne vedono più così di giochi, il decimo capitolo di Final Fantasy riesce ancora a stupire, a
rendersi avvincente nella sua lentezza. E’ un inno orgoglioso e sinfonico alla
propria fallace natura umana, nella sua possibilità di poter scegliere da sola
il proprio destino, della sua determinazione capace anche di detronizzare le
divinità (o presunte tali). Un classico quindi, ma sulla sua immortalità, c’è
ancora da rifletterci.
Voto: 87/100
Scheda Tecnica
Casa Squaresoft
| Sviluppatore: Squaresoft | Formati
Disponibili PlayStation 2 | Formato
Esaminato PlayStation 2 | Prezzo N.D. | Specifiche tecniche 64 KB Memory Card, Controller analogico con
levette, compatibile vibrazione | Lingua Italiano (testo a schermo e sottotitoli), Inglese (parlato) | Multigiocatore Non presente | Età consigliata 11+
(ELSPA), 12+ (PEGI) |
Nessun commento:
Posta un commento