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domenica 15 settembre 2013

Recensione - ONIMUSHA 2



Nel primo quinquennio del 2000 la Capcom si distinse per la sua volontà di voler investire su delle proprietà intellettuali completamente nuove. Accanto alle sue grandi tradizioni come Resident Evil, la software house cominciò quindi ad esplorare nuove possibilità che non si occupassero del tutto di concetti e contesti solamente occidentali. La risposta a questo arrivò con la creazione della serie di Onimusha, che si sarebbe ben presto rivelata, grazie anche al coinvolgimento di personalità di spicco dell’ambiente cinematografico, uno dei franchise più redditizi per l’azienda. Quello di cui ci accingiamo a parlare oggi è il secondo episodio della trilogia, sottotitolato Samurai’s Destiny.


Tredici anni dopo l’impresa di Samanosuke Akechi, Oda Nobunaga continua a far danni. A fermare i suoi piani sarà questa volta chiamato il samurai Jubei Yagyu, che dopo aver visto il proprio villaggio devastato dai Genma giurerà di vendicarsi.
UsuCome si può vedere, quindi, la premessa è piuttosto semplice, ma è funzionale per introdurre il particolare metodo di sviluppo della trama operato dai programmatori di Capcom: il lavoro svolto è pregevole anche e soprattutto nella costruzione del contesto. Con il cambio di protagonista il gioco diventa apprezzabile anche ai neofiti, facendo comunque rimanere l’ampio respiro della produzione. Molti sono gli scenari e l’universo narrativo è organizzato in maniera migliore, dato che introduce un background di influenza dei genma sulla storia umana. Non sarà l’artificio più originale del mondo, ma funziona e dona un senso più generale all’affaccendarsi dei genma nel mondo umano.


Il gameplay è invece rimasto sostanzialmente lo stesso del primo, un action all’arma bianca con blandi elementi di esplorazione e GdR. La prima si concretizza nell’esaminare i vari ambienti in cerca di oggetti che, una volta regalati ai comprimari giusti, ci daranno vari benefici. A seconda delle nostre azioni e di ciascun legame instaurato con ciascuno dei 3 comprimari che ci aiuteranno nell’impresa, gli eventi si svolgeranno in modo differente, pur non toccando gli avvenimenti chiave. In alcuni momenti particolari saremo poi in grado di guidare uno dei personaggi secondari, la cui identità varierà sempre secondo i legami che abbiamo provveduto ad instaurare nelle prime sequenze di gioco, che sono vitali sotto questo punto di vista. Uccidendo invece i nemici acquisiremo sfere, che una volta assorbite ci permetteranno di potenziare il nostro equipaggiamento, composto dai tre pezzi di armatura e quattro armi che acquisiremo nel corso dell’avventura. È bene scegliere presto su quali di essi concentrarsi, in quanto l’esperienza è limitata e non riusciremo a massimizzarli tutti nel corso del gioco.


Graficamente siamo davanti ad un titolo che ha ricevuto tutte le cure del caso, tanto da non sfigurare neppure sui moderni pannelli LCD. Gli scenari sono animati e densi di dettagli interessanti, come l’infrangersi delle onde sulla sabbia e gli effetti di luce sugli oggetti metallici. I personaggi stessi risultano ben modellati e caratterizzati, con una menzione d’onore per Jubei, che porta il volto digitalizzato del fu Yusaku Matsuda, attore giapponese mai dimenticato in patria. Davvero eccelsi i filmati in computer grafica, capaci di mostrare una incredibile quantità di dettagli, per fortuna supportati da un doppiaggio inglese di caratura e sottotitoli italiani ben tradotti. Minimalista la colonna sonora, che affianca al motivo principe della saga intermezzi solitari suonati con strumenti tradizionali giapponesi.


La longevità è uno dei punti maggiormente controversi di Onimusha 2; di per sé non vanta una lunghezza superlativa, ad una prima run si è riusciti a concluderlo in meno di 8 ore, ma lo stimolo a scoprire tutte le scene alternative e sviluppare le relazioni tra i personaggi spingerà gli appassionati a rigiocarlo minimo un altro paio di volte. Ciò che allontanerà il resto dei giocatori sarà però il livello di difficoltà, coadiuvato da un sistema di movimento che più legnoso non si può (croce digitale per avanzare e ruotare su se stessi). Persino al livello minimo ci sono dei momenti eccessivamente difficili, anche considerando la completa mancanza di checkpoint.


Onimusha 2: Samurai’s Destiny è un prodotto di piena tradizione Capcom, di quelli che malmenano l’utente fino a quando non si adatta al loro dispotico sistema, per poi regalargli una storia ben raccontata e dalle molteplici vie e risvolti. E forse sta qui il suo limite: il voler frustrare troppo il proprio utente prima di appagarlo e il contesto strettamente giapponese, che richiede una certa preparazione. Per queste ragioni non ci sentiamo di consigliarlo a tutti, ma solo a chi abbia una buona dose di pazienza e ai fan della saga; questi ultimi alzino pure il voto a piacere.


Voto: 75/100




Cosa funziona:
-Una bella trama
-Bellissima grafica e design fantasioso
-Musica ispirata

Cosa non va:
-Scenari pre-renderizzati, pochi poligoni a schermo
-Sistema di controllo legnoso
-Già era difficile ai tempi, figuratevi ora

Scheda Tecnica
Casa Capcom | Sviluppatore: Interno | Formati Disponibili PlayStation 2 | Formato Esaminato PlayStation 2 | Prezzo N. D. | Specifiche tecniche 390 KB Memory Card, Controller analogico, Compatibile vibrazione | Lingua Inglese (testo a schermo, sottotitoli e parlato), Francese, Tedesco, Spagnolo, Italiano (testo a schermo e sottotitoli) | Multigiocatore Non presente | Età consigliata 15+ (ELSPA), 16+ (PEGI) |



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