Nel
primo quinquennio del 2000 la Capcom si distinse per la sua volontà di voler
investire su delle proprietà intellettuali completamente nuove. Accanto alle
sue grandi tradizioni come Resident Evil, la software house cominciò quindi ad
esplorare nuove possibilità che non si occupassero del tutto di concetti e
contesti solamente occidentali. La risposta a questo arrivò con la creazione
della serie di Onimusha, che si sarebbe ben presto rivelata, grazie anche al
coinvolgimento di personalità di spicco dell’ambiente cinematografico, uno dei
franchise più redditizi per l’azienda. Quello di cui ci accingiamo a parlare
oggi è il secondo episodio della trilogia, sottotitolato Samurai’s Destiny.
Tredici
anni dopo l’impresa di Samanosuke Akechi, Oda Nobunaga continua a far danni. A
fermare i suoi piani sarà questa volta chiamato il samurai Jubei Yagyu, che dopo aver visto il proprio villaggio devastato dai
Genma giurerà di vendicarsi.
UsuCome
si può vedere, quindi, la premessa è piuttosto semplice, ma è funzionale per
introdurre il particolare metodo di sviluppo della trama operato dai
programmatori di Capcom: il lavoro svolto è pregevole anche e soprattutto nella
costruzione del contesto. Con il cambio di protagonista il gioco diventa apprezzabile
anche ai neofiti, facendo comunque rimanere l’ampio respiro della produzione. Molti
sono gli scenari e l’universo narrativo
è organizzato in maniera migliore, dato che introduce un background di
influenza dei genma sulla storia umana. Non sarà l’artificio più originale del
mondo, ma funziona e dona un senso più generale all’affaccendarsi dei genma nel
mondo umano.
Il
gameplay è invece rimasto sostanzialmente lo stesso del primo, un action all’arma bianca con blandi
elementi di esplorazione e GdR. La prima si concretizza nell’esaminare i vari
ambienti in cerca di oggetti che, una volta regalati ai comprimari giusti, ci
daranno vari benefici. A seconda delle nostre azioni e di ciascun legame
instaurato con ciascuno dei 3 comprimari che ci aiuteranno nell’impresa, gli
eventi si svolgeranno in modo differente, pur non toccando gli avvenimenti
chiave. In alcuni momenti particolari saremo poi in grado di guidare uno dei
personaggi secondari, la cui identità varierà sempre secondo i legami che
abbiamo provveduto ad instaurare nelle prime sequenze di gioco, che sono vitali
sotto questo punto di vista. Uccidendo invece i nemici acquisiremo sfere, che
una volta assorbite ci permetteranno di potenziare il nostro equipaggiamento,
composto dai tre pezzi di armatura e quattro armi che acquisiremo nel corso
dell’avventura. È bene scegliere presto su quali di essi concentrarsi, in
quanto l’esperienza è limitata e non riusciremo a massimizzarli tutti nel corso
del gioco.
Graficamente
siamo davanti ad un titolo che ha ricevuto tutte le cure del caso, tanto da non sfigurare neppure sui moderni
pannelli LCD. Gli scenari sono
animati e densi di dettagli interessanti, come l’infrangersi delle onde sulla
sabbia e gli effetti di luce sugli oggetti metallici. I personaggi stessi
risultano ben modellati e caratterizzati, con una menzione d’onore per Jubei,
che porta il volto digitalizzato del fu Yusaku Matsuda, attore giapponese mai
dimenticato in patria. Davvero eccelsi i
filmati in computer grafica, capaci di mostrare una incredibile quantità di
dettagli, per fortuna supportati da un doppiaggio inglese di caratura e
sottotitoli italiani ben tradotti. Minimalista la colonna sonora, che affianca
al motivo principe della saga intermezzi solitari suonati con strumenti
tradizionali giapponesi.
La
longevità è uno dei punti maggiormente controversi di Onimusha 2; di per sé non vanta una lunghezza superlativa, ad una
prima run si è riusciti a concluderlo in meno di 8 ore, ma lo stimolo a
scoprire tutte le scene alternative e sviluppare le relazioni tra i personaggi
spingerà gli appassionati a rigiocarlo minimo un altro paio di volte. Ciò che
allontanerà il resto dei giocatori sarà però il livello di difficoltà,
coadiuvato da un sistema di movimento che più legnoso non si può (croce
digitale per avanzare e ruotare su se stessi). Persino al livello minimo ci
sono dei momenti eccessivamente
difficili, anche considerando la completa mancanza di checkpoint.
Onimusha 2: Samurai’s Destiny è un
prodotto di piena tradizione Capcom,
di quelli che malmenano l’utente fino a quando non si adatta al loro dispotico
sistema, per poi regalargli una storia ben raccontata e dalle molteplici vie e
risvolti. E forse sta qui il suo limite: il voler frustrare troppo il proprio
utente prima di appagarlo e il contesto
strettamente giapponese, che richiede una certa preparazione. Per queste
ragioni non ci sentiamo di consigliarlo a tutti, ma solo a chi abbia una buona
dose di pazienza e ai fan della saga; questi ultimi alzino pure il voto a piacere.
Voto: 75/100
Cosa funziona:
-Una
bella trama
-Bellissima
grafica e design fantasioso
-Musica
ispirata
Cosa non va:
-Scenari
pre-renderizzati, pochi poligoni a schermo
-Sistema
di controllo legnoso
-Già
era difficile ai tempi, figuratevi ora
Scheda Tecnica
Casa Capcom |
Sviluppatore: Interno | Formati
Disponibili PlayStation 2 | Formato
Esaminato PlayStation 2 | Prezzo N. D. | Specifiche tecniche 390 KB Memory Card, Controller analogico, Compatibile
vibrazione | Lingua Inglese (testo
a schermo, sottotitoli e parlato), Francese,
Tedesco, Spagnolo, Italiano (testo a schermo e sottotitoli) |
Multigiocatore Non presente | Età
consigliata 15+ (ELSPA), 16+ (PEGI) |
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