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martedì 25 settembre 2012

Review - MAXIMO: GHOSTS TO GLORY


Strano esemplare, questo Maximo. Approfitta nel 2002 dei clichè più utilizzati per costruire un’avventura che si crogiola nella propria stessa banalità, nella propria rigidezza tirata a lucido del cavaliere che resta in boxer quando perde l’armatura. Va avanti fine a se stesso e al proprio nonno a gettoni Ghosts ‘N Goblins, lasciando bellamente basiti quelli che non hanno conosciuto da dove proviene questo suo modo di fare strafottente, che non scende a qualsivoglia compromesso. Ma sorprendentemente funziona.


La trama è proprio da fiaba: Maximo, cavaliere buono, torna al proprio castello da una non meglio specificata guerra solo per scoprire che il suo più fidato consigliere, lo stregone Achille, si è impossessato di ogni cosa e ha costretto la sua dolce metà Sophia a sposarlo. Colpito mortalmente da uno dei malefici incantesimi del suo nuovo nemico, si ritrova nel Limbo, dove lo accoglie la Morte. Ma ci sono problemi anche qui: Achille usa le anime degli esseri viventi per esercitare i suoi diabolici artifizi e sta trivellando le viscere della Terra per ottenere la fonte del suo potere. Di fronte ad una crescente minaccia di rimanere disoccupato, il Tristo Mietitore affida al nostro cavaliere il compito di attraversare il regno per distruggere dalle fondamenta questo perverso sistema.

Nei panni di Maximo si dovranno quindi attraversare cinque mondi di quattro livelli ciascuno fino ad arrivare allo scontro finale con Achille. Inizieremo con la fida spada Parilla, uno scudo di ferro, un’armatura, tre vite e una Moneta della Morte, oltre ovviamente alla nostra abilità: Maximo è infatti in grado di correre, saltare, combattere, difendersi con lo scudo e persino lanciare quest’ultimo a distanza a mo’ di frisbee tagliente. Fin qui tutto bene, ma non lasciamoci ingannare: appena si inizia si nota subito come il nostro personaggio sia profondamente rigido, impacciato dall’armatura. Ad ogni fendente di spada corrisponde una premuta di tasto, ogni attacco fatto o parato con lo scudo provoca una riduzione della resistenza dello stesso, i nemici sono veloci, dannosi, i salti millimetrici e insidiosi, le trappole tante, le vite poche. Un gameplay ostile che assume i tratti di una odissea lacerante, che spinge all’economia, a centellinare ogni risorsa, ogni premuta di tasto, governati dal dettame del doversi arrangiare con quel poco che il gioco si degna di darti e con quell’altro (ugualmente poco) che si riesce a cavare dall’esplorazione degli ambienti e dagli scheletri che si frantumano.

Salvare la partita è un lusso che costa cento monete d’oro per volta, tornare indietro in lande già esplorate sa quasi di follia. Il rischio di rimanere bloccati per esiguità delle risorse è ciò che spinge alla creatività, che rende reattivi a capire come sfruttare i punti deboli di nemici e boss e così sconfiggerli. Tra le cose da trovare vi sono le più svariate abilità, quali il lancio dello scudo e gli incantesimi di potenziamento della spada che conferiscono alla lama facoltà dannose temporanee. Il resto, come scudi più resistenti, i pezzi di armatura aggiuntivi, le pozioni curative e quant’altro dovrete comprarlo a caro prezzo da apposite postazioni in cambio di monete. Ribadendo ancora una volta che le risorse qui dentro sono limitate e invitando a farsene una ragione.


Comparto tecnico non eccelso ma funzionale. Ricreando una visione romantica e romanzata di un Medioevo europeo quattrocentesco, si affacciano su schermo piacevolissime visioni profondamente fantasy ma intinte al punto giusto nell’inchiostro horror. Maximo, modellato con cura e con texture definite in ogni sua parte, si muove affrontato da scheletri maligni costruiti praticamente osso per osso, con ambientazioni oltremodo variegate anche se non direttamente collegate l’una con l’altra, oltre che vistosamente spigolose in alcuni tratti. Le animazioni sono curatissime al livello della singola falange. I limiti del tutto sono ravvisabili in una resa non perfetta di alcuni elementi secondari della vegetazione, nei bordi delle ombre dinamiche in evidente bassa risoluzione e in certi elementi marginali poco curati, oltre che in un’espressività facciale in gioco praticamente nulla, facoltà tutta relegata ai numericamente sopra la media filmati in Computer Grafica. Questi ultimi sono realizzati egregiamente da un punto di vista grafico, mentre il doppiaggio italiano, evidentemente non professionale viste le inflessioni dialettali e il livello di campionamento dell’audio a volte impastato, fa solo il suo dovere.

Effettistica ben riuscita, sentire il rimbalzare delle ossa degli scheletri mentre corrono verso di voi mette benissimo in allerta. Musiche orchestrali piacevoli ma niente di più, c’era del buon potenziale ma il numero di tracce totali è decisamente troppo basso. Longevità su buoni livelli, ben più di dieci ore per arrivare in fondo ma i livelli di frustrazione medio-alti in certi punti potrebbero portare gli utenti meno pazienti ad abbandonarlo subito dopo lo scontro finale, se non prima.


Non è facile uscire dal mito d’infanzia per valutare questo gioco. E’ un prodotto che potremmo definire nato vecchio, orgoglioso e profondamente testardo con se stesso e con chi prova ad interagirci, ma che ripaga con quella sensazione un po’ amarognola di aver compiuto, ogni volta che si passa un livello, che si sconfigge un boss, che si azzecca il salto sulla piattaforma, una piccola impresa. Una sfida nei confronti dell’essere cavallereschi dei giocatori stessi. A conti fatti quindi non è un titolo assolutamente da buttare, ma difficilmente potrebbe oggi ritagliarsi una nicchia in un mercato profondamente lontano dai canoni con cui è stato sviluppato, al di fuori dei pochi nostalgici e qualche temerario.


Voto 78/100


Cavaliere Bardo 25/9/2765


Scheda Tecnica

Casa CAPCOM | Sviluppatore: CAPCOM Digital Studios | Distributore CTO | Formati Disponibili PlayStation 2 | Formato Esaminato PlayStation 2 | Prezzo € 10 | Specifiche tecniche 1 Giocatore, 341 KB minimi su Memory Card, controller analogico con levette, compatibile vibrazione | Lingua Inglese, Francese, Italiano, Tedesco, Spagnolo (testo a schermo e parlato) | Multigiocatore Non presente | Età consigliata 11+ (ELSPA), 12+ (PEGI) |


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