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domenica 23 settembre 2012

Review - KNIGHTS OF THE ROUND


Esisteva, venti anni fa, un genere chiamato picchiaduro a scorrimento. Nato nell’era protozoica dei videogiochi a gettoni, i cosiddetti coin-op, si distingueva dalla massa per la sua impostazione brutalmente orientata all’azione, fatta di scontri di uno o più giocatori che collaboravano contro una marea apparentemente infinita di avversari che cercavano di sopraffarli con il numero o la potenza fisica, spesso riuscendoci. Era un genere totalmente fine a se stesso, dove la soddisfazione che donava era l’orgogliosa amarezza di essere sopravvissuti ad esseri virtuali mille volte più grandi e forti, dopo mesi di calli sui pollici e abrasioni tra le dita della mano sinistra, dopo essersi imparati a memoria tutti i segreti tramite un eccidio di monetine. Genere praticamente morto per selezione naturale con l’avvento delle console casalinghe, nel breve periodo in cui è stato presente nel mondo ha però permesso ad alcune, privilegiate case di sviluppo di sfornare alcuni prodotti che ancora oggi sono considerabili come dei veri e propri capolavori.


Come Knights Of The Round. Culmine artistico di una stagione particolarmente ispirata per i programmatori CAPCOM, questo gioco rappresenta nel 1991 tutto quello che i picchiaduro a scorrimento saranno negli anni successivi. La trama, in pieno rispetto del genere, quasi non c’è: i tre cavalieri Lancillotto, Artù e Percival (Lancelot, Arthur e Perceval nel gioco) dopo che Artù ha estratto Excalibur dalla roccia vengono incaricati da Merlino di riportare la pace in Britannia ritrovando del Santo Graal, cosa che potrà avvenire solo con lo spodestamento degli ostili, terribili tiranni che la infestano. Una scusante eccellente per lanciare i giocatori attraverso sette livelli a scorrimento rigorosamente orizzontale infestati da centinaia di nemici, opportunamente da spazzare via attraverso una sana mattanza all’arma bianca.
Il sistema di controllo è quanto di più semplice (oseremmo dire ignorante) si possa concepire: una levetta per il movimento e due pulsanti, attacco e salto. Premendoli entrambi si esegue un potente colpo a spazzata che danneggia tutti i nemici intorno, cui per evitare l’abuso vi è il consumo di energia vitale per eseguirlo; premendo il tasto di attacco e la direzione opposta a quella in cui il personaggio è rivolto lo si metterà in guardia, utile per deflettere i colpi e rispondere successivamente, cardine e perno fondamentale di tutto il gioco. Parare al momento giusto è infatti una legge fondamentale da imparare per evitare eccessivo consumo pecuniario, cosa però resa piuttosto fortuita dalla combinazione richiesta, non proprio agevole (le conversioni casalinghe avrebbero a suo tempo introdotto un tasto apposito). Tale sistema risulta a scapito dei difetti ipnotizzante, coinvolgente. Il fatto di poter coinvolgere altri due amici a collaborare in questa ricerca per il Graal aggiunge un sapore inaspettatamente epico all’incedere.


Nonostante i canoni di giudizio odierni siano profondamente cambiati rispetto a quelli di venti anni fa, siamo davanti ad un videogioco la cui prosperità estetica, sia grafica che stilistica, è manifesta e oggettivamente innegabile. Il prototipo romantico e ariostesco del medioevo, fatto di cavalieri, re, castelli, spade, battaglie, dame, armature scintillanti, cavalli bardati, è qui riprodotto con guisa di perfezione assoluta, in un caleidoscopico, raffinatissimo affresco. Vedremo grandi pianure e colline verdeggianti perdersi in un orizzonte in pixel azzurri, mulini animati girare pacifici, gli accurati disegni delle pavimentazioni urbane e dei castelli, bandiere che garriscono al vento, vere e proprie battaglie che si animano in parallasse sullo sfondo di quelle intraprese da chi gioca. La caratterizzazione dei protagonisti è accuratissima: i tre, ciascuno dotato di armi e caratteristiche differenti l’uno dall’altro (Lancelot il veloce, Perceval il carro armato e Arthur l’equilibrato) accumulato un certo quantitativo di punti raccogliendo tesori e uccidendo nemici avanzeranno di livello come in un gioco di ruolo, potenziandosi ciascuno nei propri punti di forza e ottenendo man mano nuove armi ed armature, gratificando visivamente ed esaltando il giocatore. Buona anche la differenziazione dei vari nemici, sono più della media del periodo ma dopo un po’ tendono ad un consistente riciclo di sprites semplicemente cambiati di colore; boss tutti unici anche se troppo legati a sequenze precalcolate di attacchi sempre uguali. Considerata l’epoca, sono più delle necessità che dei vizi di forma.
Il tutto affiancato da una colonna sonora di altissimo livello, richiamante melodie e atmosfere in linea con la grafica, uno strimpellio di corde di menestrello risuonante medieval cavalleria rifatto con il MIDI accattivato da una moderna sezione ritmica di basso e batteria anch’essi sintetizzati. Effettistica esaltante, fatta di sibili e cozzare di lame, di pesanti colpi sulle armature e piacevoli suoni tintinnanti quando si raccolgono le monete, divenuto successivamente popolarissimo come effetto sonoro per i telefoni cellulari odierni.


Insomma questo gioco è, nel piccolo del suo genere, un capolavoro di gemma. I difetti che lo popolano sono tutti di carattere secondario, quale una cronica mancanza di personaggi femminili e le nuove idee sfruttate solo a livello grafico per i personaggi. Se viene preso per quello che è e per il contesto dove è nato, ci ritroviamo davanti una grande opera, ormai passata alla pensione ma ancora incredibilmente viva, ringraziando l’emulazione e le collezioni di retrogaming che la CAPCOM sforna per tutte le vecchie glorie.
Una cialtronata, quindi? Assolutamente sì, ma si fa amare per questo.



Voto: 91/100


Cavaliere Bardo 23/9/2765


Scheda Tecnica

Casa CAPCOM | Sviluppatore: CAPCOM | Distributore CAPCOM | Formati Disponibili Coin Op, PS2 (parte di una Collection), PSP (parte di una collection), Emulazione | Formato Esaminato Emulazione | Prezzo N. D. | Specifiche tecniche Da 1 a 3 Giocatori, scheda Capcom serie 1.8 o superiore, sistema a joystick a due pulsanti | Lingua Inglese | Multigiocatore Cooperativa locale fino a 3 giocatori | Età consigliata N.D.

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