Di
nuovo a parlare di Mosou.
E’ curioso constatare come questo genere sia
rimasto per moltissimi anni appannaggio pressoché esclusivo dei suoi creatori,
la Koei. La software house nipponica ha infatti prodotto e sviluppato negli
anni tutta una serie di spin off e nuove proprietà intellettuali accanto alla
serie madre Dynasty Warriors. Si sono
esplorate sia parti propriamente storiche sia trasposizioni di anime di
successo, alcuni dei quali giunti anche da noi (Hokuto no Ken e One Piece
i più recenti). E c’era anche la Capcom nel mucchio.
Siamo
alla fine del XVI secolo e in Giappone i feudatari giapponesi si danno
battaglia per riempire il vuoto lasciato dall’apparente caduta di Hideyoshi
Toyotomi. Tra tutti, i due che più monopolizzano la scena sono Ishida Mitsunari
e Ieyasu Tokugawa, destinati ad affrontarsi in uno scontro che segnerà il
destino del paese.
Il
giocatore occidentale si accorgerà subito come manchi qualcosa in questo
titolo. E non è un caso: questo gioco è infatti l’ultimo di una trilogia
cominciata anni fa su Playstation 2 (mutilata dagli statunitensi di tutti i
riferimenti storici e ribattezzata Devil
Kings) e copre l’ultimo periodo di quell’epoca, dal 1597 al 1600. Tuttavia
l’epoca di riferimento fa solo da sfondo e ispirazione: il condottiero che
sceglieremo arriverà in fondo e farà vincere la propria fazione. Nonostante le
vicende siano raccontate senza risparmiarsi momenti di stampo assurdo/slapstick
in pieno “anime style”, è facile
capire come la trama del tutto ne esca veramente abbozzata.
Fluido,
frenetico, appagante. Capcom ha infatti riversato tutta la sua esperienza
maturata nei vecchi beat ‘em up a scorrimento per progettare le esperienze
belliche che ci troveremo ad affrontare. Attacco veloce e tecnico saranno i
vostri migliori amici assieme alle mosse speciali Basara e la modalità Tempo da
Eroe, queste ultime due subordinate al caricamento di due barre specifiche. Per
farlo sarà necessario schiaffeggiare le tonnellate di nemici che vi si
pareranno davanti, inanellando colpi su colpi e facendo salire il contatore,
fino a raggiungere le quattro cifre. L’esaltazione procurata dalle fasi di
battaglia assume così i tratti di una tanto semplice quanto esaltante corsa
verso il colpo successivo in grado di tenere in vita la combo.
Dopo
la scelta del personaggio ci ritroveremo in una mappa del Giappone divisa in
province, dove scegliere in che luogo far avanzare le truppe e combattere la
battaglia successiva. Ad ogni scontro vinto corrisponderà l’annessione del
territorio conteso ai nostri domini.Le battaglie seguono tutte uno schema consolidato: nei panni del nostro condottiero ci faremo strada attraverso orde di nemici attraverso un continuo conquistare aree o difenderle. Conquistare tutti i campi non è di solito obbligatorio, ma farlo semplifica non poco la vita contro i vari boss e mini boss in quanto la loro forza si trova ad essere direttamente proporzionale ai campi ancora sotto il loro controllo.
Terminata la battaglia e collezionati i meritati punti esperienza, torneremo alla mappa, dove prima di partire per una nuova schermaglia sarà d’uopo controllare lo stato del personaggio: il gioco infatti ha al suo interno anche una leggera componente ruolistica, coinvolgente il livellamento delle varie tecniche, il valore di potenza delle varie armi e degli accessori da implementare nei loro slot predisposti, questi ultimi acquistabili dal Bazar Basara in cambio di oggettistica reperita in campo e di un quantitativo variabile di Zenny, la valuta del gioco. Tutto questo andrà avanti fino a quando le fazioni in campo non saranno ridotte a due, che si affronteranno inevitabilmente nella battaglia di Sekigahara.
Come
già sa chi ha sbirciato la scheda tecnica in fondo, Sengoku Basara Samurai Heroes è stato sviluppato sia per
PlayStation 3 che per Wii. Non è quindi lecito aspettarsi delle acrobazie
grafiche, ma il miscuglio riesce a risultare quantomeno piacevole. I personaggi
principali godono di un buon livello di dettaglio e con animazioni veramente
fluide e coerenti con il loro stile. I soldati semplici sono anche loro ben
modellati, graziati insieme agli scenari da una texturizzazione veramente
ottima e da una grande varietà di colori, simboli e doppiatori. Una truppa che
diventa differenziata grazie ai tanti piccoli tocchi di design: i simboli dei
clan sono caratteristici e storicamente accertati, i costumi precisi, le
armature si rompono dopo aver subito troppi colpi. I venti eroi che si potranno
impersonare invece si staccano completamente da questa “verosimiglianza”,
apparendo come molto moderni, luccicanti, giovanili ed allegramente
anacronistici come nella migliore tradizione anime.
Purtroppo,
lo sviluppo su di un hardware non al passo coi tempi come quello Wii ha
comportato molti sacrifici a livello di potenza bruta, cosa che si traduce in
una cronica mancanza di massa poligonale ovunque si giri la telecamera
virtuale. Gli sviluppatori hanno fatto veramente di tutto per differenziare le
ambientazioni, dalla grafica alla musica, ed è una delusione che tutti questi
loro sforzi debbano scendere a patti con soldati che compaiono dal nulla,
alberi e catene fatti da due texture perpendicolari e infine da espressioni
facciali che sembrano scolpite nel marmo tanto sono fisse.
Da
un punto di vista audio la situazione è anche qui piuttosto controversa.
Potremmo definirlo come un orchestrale fortemente contaminato, tanto hanno
cercato di accontentare tutti. Il tono della narrazione in sé viene
accompagnato da un feeling epico oggettivamente riuscito, anche se stonante con
gli atteggiamenti esagerati dei protagonisti, mentre i singoli livelli giocano
con sonorità di tutti i tipi, dalle drum machines ai sitar e fisarmoniche,
sovrapponendole a strumenti tradizionali giapponesi. Alla fine dei conti l’insieme
risulta piuttosto gradevole, anche se tutt’altro che superlativo a parte
qualche tema, Ieyasu Tokugawa su tutti.
Davvero
ben interpretato il doppiaggio inglese, senza voci riutilizzate e capace di
sopperire almeno in parte alle mancanze tecniche del tutto, anche se
considerando il contesto sarebbe stata gradita la possibilità di impostare le
voci in giapponese. Traduzione in italiano di sottotitoli e testo a schermo ben
fatta e senza errori di battitura.
Infine,
la longevità si attesta su buoni livelli. Ciascuna campagna, completabile in un
paio d’ore con battaglie di una decina di minuti intensi ciascuna, richiede di
essere rigiocata più volte per riuscire a vedere tutto, complice anche i percorsi
alternativi e personaggi sbloccabili, gli oggetti da trovare, gli alleati da
reclutare e i tre livelli di difficoltà, tutti una passeggiata a parte quello
massimo. Vi è ovviamente anche il multigiocatore a schermo condiviso, insieme
al quale l’esperienza rimane egualmente godibile anche se per giocare in due
serve uno televisore dalle dimensioni considerevoli.
Se
è vero che i Mosou sono giochi di nicchia, questo è una nicchia nella nicchia.
Raccomandarlo a tutti è impossibile oltre che sbagliato, a causa
della sua natura pesantemente ancorata a canoni di gaming che ormai non hanno
più ragione di esistere in un’industria orientata al mercato casalingo e non
alle monetine nei cabinati. Ma il piatto, nonostante tutti i suoi limiti, risulta
gustoso, divertente ed esaltante a chi ha il palato abituato. Gli appassionati
dei Mosou gli diano quindi un’occhiata previa documentazione storica,
anche e soprattutto considerata la difficoltà di reperire in Europa i titoli della serie concorrente
Samurai Warriors.
Voto: 63/100
Scheda
Tecnica
Casa
Capcom | Sviluppatore: Capcom | Distributore Halifax | Formati Disponibili PlayStation 3, Wii | Formato Esaminato PlayStation 3 | Prezzo € 19,90 | Specifiche tecniche 8 MB HD, Controller analogico con
vibrazione, TV HD 720p, 1080i o 1080p | Lingua Italiano (testo a schermo, sottotitoli) Inglese (parlato) | Multigiocatore Cooperativa locale fino a 2 giocatori | Età consigliata 16+
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