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sabato 19 gennaio 2013

Recensione Anime - SCHOOL DAYS



Makoto Itou è il classico studente imbranato e discretamente sfigato che si rispetti, innamorato perdutamente della bella coetanea e compagna di scuola Katsura Kotonoha che ogni giorno vede sul treno ma con cui non riesce nemmeno lontanamente ad attaccar bottone; in suoi aiuto verrà la briosa Sekai Saionji, che dal giorno in cui sarà vicina di banco di Makoto si imporrà la missione di far smuovere quelli che sembrano due cuori ardimentosi ma terribilmente timidi.




La trama non potrebbe essere più semplice. Dodici episodi, lunghezza standard. Taglio essenziale, diremmo quasi fatto al risparmio in certe situazioni. Ma in quei dodici, piccoli e maledetti episodi tutta una montagna di significati, una finzione potente e una perversa play-within-the-play si condensano accumulandosi con tutta la loro poderosa massa, simili al progressivo addensarsi di un buco nero.
All’occhiata superficiale sembra roba vecchia, soluzioni adottate dagli albori della commedia romantica shonen, ai tempi del glorioso pioniere Ranma ½. Ma già dal secondo in poi ci si accorgerà che qualcosa non va: al di là degli scontati momenti comici, del fanservice sulle gonnelle delle uniformi e dei costumi da bagno, delle macchiette messe lì solamente per confondere le acque, una sensazione strisciante si farà largo nella mente (e nello stomaco) degli spettatori, una sensazione che prenderà le sembianze di un mostro virulento già dalla fine del quinto episodio, un mostro che sghignazza soddisfatto perché fa rendere conto che in questo anime c’è qualcosa di terribilmente, inconfondibilmente “sbagliato”.


School Days è un anime freddo, cattivo, senza mezzi termini, spietato come una sequela di codici binari, oggettivo come i pixel rossi della foto di un cadavere. Viene preso per direttissima da una vecchia visual novel erotica a suo tempo uscita per PC e PlayStation 2 e, sebbene epurato da tutte le scene spinte e adottato solamente uno dei finali, l’impressione rimane e si solidifica. Lo stile è essenziale, rigido: la scuola fittizia di Sakakino è solida, pesante, i personaggi di contorno sono al minimo sindacale e gli adulti non si vedono mai in faccia, come se fosse un mondo di eterni adolescenti. Allo stesso modo essenziali sono i disegni, poche linee come se fossero degli sprite di un vecchio videogioco a due dimensioni. Ma proprio in questa apparente debolezza sta il punto di forza più grande di questa produzione animata: il realismo sprigionato da quelle immagini così fittizie è impressionante, così forte da annichilire completamente le musiche, che avrebbero potuto anche non esserci vista l’efficacia grafica delle poche espressioni dettate dagli occhi curatissimi e dai loro riflessi (in special modo per le ragazze).


Disegni che riassumono incredibilmente bene l’inferno di emozioni e atteggiamenti dei liceali e presentano quel mondo senza alcun fronzolo, senza annacquarlo come vogliono le leggi non scritte della fiction: ogni cosa è pienamente resa, anche nei suoi aspetti più segreti e perversi, che vengono qui portati a tutte le reali conseguenze di questo mondo. L’anime procede lanciato anche dall’assenza di fillers terremotando lo spettatore fino al dodicesimo episodio dove, a dispetto di un undicesimo capitolo che poteva suonare quasi redenzione, si arriva all’ultimo atto, in cui i personaggi si rendono conto che ormai dovranno prendersi le proprie responsabilità e pagare per l’ignavia, in cui finalmente si sfogherà l’odio accumulato per alcuni di loro e si dimostrerà come, purtroppo, anche gli angeli si corrompono.


Consigliato? Se non vi piacciono gli anime brevi, scolastici o che si attengono a quanto si è descritto sopra non lo guardate, non fa per voi. Uscite da questa pagina, chiudete il browser, spegnete il PC e pensate a qualcos’altro. Dimenticatevi completamente di aver letto questa recensione, e forse starete molto meglio di prima. Ma per gli altri, chi legge tra le righe dei fotogrammi dipinti e dei copioni, chi vi vede tremare l’emozione cattiva e strisciante, chi si è sempre imposto di voler comprendere appieno il mondo in tutte le sue sfaccettature… Allora qui c’è un solo consiglio: scaricatelo, guardatelo e tenetelo in fondo al cuore, abbarbicatelo a quella fredda radice di pulsante paura che vi cresce vicino al ventricolo sinistro. Tenetelo lì, fermo ma presente, come esempio di come proprio quel genere che sembrava essere il più lontano dalla realtà, paradossalmente l’ha rappresentata meglio di molti suoi superiori. Brutalmente, ma l’ha fatto.

Voto 4.5/5


2 commenti:

  1. Purtroppo le novel erotiche perdono moltissimo quando vengono trasformate in anime, è successo anche con la serie Fate/Stay Night, che però io ho adorato tantissimo lo stesso. E' una questione di riuscire a far filare la trama anche senza le scene di sesso che in una Novel Erotica sono ovviamente necessarie :)

    Comunque mi è piaciuta molto questa recensione e mi ha anche incuriosito, credo che darò una chance a questo anime, appena finirà il periodo di esami.

    Sono la ragazza che ha accompagnato l'amica fan di Ken Shiro ieri al Vigamus :D
    Federica

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    1. Grazie per il commento, publicherò altre recensioni di questo tipo. Il tuo è il primo commento nella storia di questo blog! :D

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