DISCLAIMER

In questo blog vengono espresse OPINIONI e preferenze, come tali PERSONALI e non necessariamente imparziali: e si è perfettamente liberi di farlo, essendo questo, nonostante il nome possa trarre in inganno, uno spazio personale, no profit, e gentilmente fornito da Blogger e Blogspot.
Se volete entrare e sentire il pensiero di uno dei tanti, fate pure, l'ingresso è gratuito.

domenica 16 settembre 2012

Review - [PROTOTYPE 2]



Nel genere dei videogiochi sandbox il sotto genere supereroistico è, con tutta probabilità, il più difficile da realizzare. Mettere infatti il giocatore nei panni di un essere di capacità sovraumane è molto difficile, visto che il rischio che quelle stesse capacità azzerino livello di sfida e coinvolgimento è sempre dietro l’angolo. Il primo Prototype, pur nella sua rozzezza, rappresentava una piacevole eccezione a questa regola: era riuscito a conseguire un equilibrio sorprendentemente ben riuscito tra la mostruosa potenza del personaggio e livello di sfida. Dopo tre anni arriva quindi il suo seguito, sviluppato sempre da Radical Entertainment, per tutte le console in alta definizione e PC.



Sono passati due anni dai diciotto giorni della prima infezione e, per estensione, dagli avvenimenti di cui era stato protagonista Alex Mercer. La città di New York è stata stabilmente occupata dalla Blackwatch, l’unità di intervento militare contro le minacce batteriologiche, la quale l’ha messa in quarantena e ribattezzata New York Zero (NYZ). In tutto questo, James Heller è un sergente dell’esercito statunitense che svolge servizio in Afghanistan e Iraq. Dalle telefonate quotidiane che faceva alla sua famiglia si capiva che in città c’era qualcosa che non andava e i suoi peggiori timori si avverano quando ritorna a New York: una nuova epidemia del virus Blacklight è scoppiata e si è portata via sua moglie Colette e sua figlia Maya. Ormai noncurante della propria incolumità, si fa riassegnare alla Zona Rossa, dove intende raggiungere la propria famiglia trascinando con sé quanti più infetti e aberrazioni possibile.

Il primo, positivo segnale di miglioramento di questo Prototype 2 rispetto al prequel si ravvisa proprio a cominciare dal prologo: dove nel precedente prodotto vi era una spettacolare quanto inspiegata dimostrazione di tutti i poteri del protagonista che si risolveva dopo una decina di minuti, qui l’incipit costringe il giocatore a mettersi comodo per tre quarti d’ora buoni per fargli comprendere per bene, attraverso filmati e prime istruzioni, cosa succede e quali sono le premesse per il futuro. Heller verrà contagiato dal Blacklight da Alex Mercer in persona, acquisendo poteri e facoltà superumane e permettendogli di covare ambizioni di vendetta nei confronti dello stesso Mercer, responsabile indiretto della perdita della sua famiglia. La trama da qui in poi si dipanerà attraverso una incalzante serie di avvenimenti e colpi di scena, in grado di coinvolgere egregiamente il giocatore.

La decisione di cambiare protagonista per questo seguito è spiegabile nell’intenzione degli sviluppatori di rimanere in un contesto ancora un minimo fantascientificamente credibile: sviluppare ulteriormente il già potentissimo Mercer o fargli perdere tali facoltà all’inizio della nuova storia avrebbe significato una quanto mai drastica virata in chiave fantasy. L’evoluzione del proprio avatar, come ricorderanno tutti coloro che hanno giocato il primo, era una caratteristica essenziale del gameplay oltre che uno dei motori chiave degli eventi narrati. Il cambio di protagonista ha elegantemente evitato tutti questi sconvenienti e allo stesso tempo ha aggiunto nuove motivazioni: James Heller non è alla ricerca generica del proprio passato ma ha degli obiettivi precisi che surclassano quelli puramente egoistici e di sopravvivenza che dominavano Mercer. Il potere sovrumano donatogli dal virus si trasforma così da fine a mezzo, coadiuvato anche da un sistema di controllo, crescita e progressione completamente rimaneggiato. Nei panni del protagonista ci si ritroverà perciò a girovagare per la grande mappa di gioco, dove si potranno intraprendere le missioni della trama, quelle secondarie, andare alla ricerca di segreti o più semplicemente scatenare il caos per le strade. Per spostarsi Heller avrà a disposizione fin da subito le abilità di base: salto, parkour dinamico e planata lo vedranno beffarsi delle leggi della fisica, mentre una forza considerevole e l’abilità di assorbire fisicamente qualunque essere riesca ad afferrare per ricaricare la propria energia vitale e travestirsi lo renderanno resistente e difficile da abbattere e rintracciare. Con il progredire delle missioni acquisirà inoltre tutta una serie di poteri classici per la serie, che vanno dal trasformare i suoi arti in armi di vario genere alla capacità di pilotare veicoli militari.
Il sistema di crescita del personaggio è probabilmente la cosa che ha subito più cambiamenti: dove prima i Punti Evoluzione (PE) ottenuti dalle proprie azioni erano una “moneta di scambio” per acquisire potenziamenti tramite un apposito menu, ora diventano veri e propri punti esperienza: accumulatone un certo quantitativo si salirà di livello e ci verrà dato un punto miglioria, da assegnare ad una delle categorie per aumentarne le caratteristiche. A questo si aggiungono le Mutazioni, ottenibili attraverso il completamento delle missioni secondarie, che sbloccano aggiornamenti extra ottenibili solo in questo modo. Il tutto è supportato da un sistema di controllo scritto in maniera intelligente, che permette di assegnare un potere differente a ciascuno dei due tasti d’attacco e designa ad un tasto fisso l’attivazione degli scudi difensivi e al salto la schivata. Tutto ciò genera un netto guadagno sia nei confronti dell’intuitività sia nel controllo del caos dei combattimenti. La buona varietà dei nemici costringerà inoltre a veloci e decisi cambi di tattica e all’adozione di un minimo di strategia.
Le buone notizie si riscontrano anche per chi preferisce risolvere le situazioni in maniera meno diretta: la meccanica del camuffamento è stata limata di tutte le incongruenze che costellavano il primo capitolo e adesso risulta più riuscita e funzionante grazie all’introduzione dell’Istinto di Caccia, sorta di sonar virale che permette di rintracciare i bersagli da lontano oltre che per capire se è possibile o meno un consumo furtivo.

Tecnicamente siamo su buoni livelli. Le tre zone (Verde, Gialla e Rossa) che compongono New York Zero sono state ricreate con dovizia e popolate da cittadini, militari ed infetti con un buon livello di dettaglio. Di qualità sono anche le routines che muovono il tutto: gli abitanti non si limiteranno a girovagare per le strade, ma verosimilmente li si potrà vedere reagire alle vostre mutazioni, cambiare direzione, sedersi sulle panchine, parlare tra di loro e concedersi una fumatina sui terrazzi degli edifici. Questi ultimi sono resi più solidi, credibili e soprattutto differenziati da un abbondante uso del bump mapping e dalla semina di tanti dettagli minuziosi come mobili, cespugli, condizionatori, graffiti sulle pareti e molto altro. Vi sono tuttavia ancora alcuni difetti grafici come molte texture in bassa risoluzione (specialmente sui veicoli), un eccessivo aliasing e un aspetto talvolta plasticoso dei personaggi secondari, ma è il prezzo da pagare per evitare la congestione di un motore grafico costretto spesso e volentieri a gestire decine e decine di elementi su schermo. Tuttavia è nelle situazioni diurne che il gioco dà il meglio di sé, esibendo un massiccio HDR e un sistema di riflessi che rende tutto molto solido. Ottima l’effettistica, soprattutto per la cura certosina con cui è possibile sentire, ascoltandole anche per minuti interi, le chiacchiere dei civili, e le musiche, grevi pezzi orchestrali inframmezzati di percussioni che contribuiscono a creare una cupa atmosfera catastrofica ma intrisa di determinazione. Doppiaggio italiano infine veramente molto ben fatto, con voci azzeccate e dalla traduzione coraggiosa, sboccata come solo i migliori film d’azione sanno essere.

La durata del tutto, infine, è per dovere di genere abbastanza indicativa. Andando di fretta con la sola trama di gioco alla minima difficoltà disponibile si potrà finire in poco meno di nove ore, tuttavia l’aumento della difficoltà incentiverà al completamento anche delle missioni secondarie per un indispensabile potenziamento del nostro antieroe. Addizionato ai collezionabili porterà il contatore sulla quindicina di ore, ottima per un action ma un po’ poco per un free-roaming, complice anche che una volta al massimo Heller sarà fin troppo potente e il livello di sfida tenderà a scemare. E’ da precisare inoltre come, con o senza potenziamenti, il gioco sia comunque un filino troppo facile.

Nonostante queste innegabili mancanze, Prototype 2 è un sequel quasi perfetto: lima i difetti del predecessore e ne amplifica i pregi e l’accessibilità. Se avete amato l’originale acquistatelo a scatola chiusa, altrimenti dateci comunque un’occhiata, per evitare di farvi scappare uno dei migliori sandbox degli ultimi anni.


Voto: 82/100


Cavaliere Bardo 26/5/2765


Nessun commento:

Posta un commento