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martedì 28 maggio 2013

Recensione - FINAL FANTASY VIII


Inutile negarlo: chiunque è passato per la prima PlayStation è passato per Final Fantasy VIII. Rilasciato nel 1998 con maestosa potenzialità, maestoso hype, la traduzione italiana e tutto il resto, questo prodotto è stato il modo con cui la maggior parte di noi ha conosciuto il gioco di ruolo alla giapponese in una veste comprensibile. Ma un qualcosa, che per alcuni sarà il senno di poi, per altri il gusto di fare i tombaroli, per altri ancora solo un po’ di riflessione a freddo sugli avvenimenti, spinge a rivedere quanto sperimentato con questo gioco. Usciamo dalla mitizzazione del ricordo d’infanzia. Guardiamolo per bene.


Squall Leonhart è un diciassettenne tenebroso e incredibilmente arrabbiato che studia (profittevolmente) all'accademia militare del Garden di Balamb. In eterno conflitto con un insofferente rivale e completamente chiuso all’interno del proprio muto dolore, la sua vita cambierà quando sarà costretto a far fronte a vicende più grandi di lui e a prendersi le proprie responsabilità.
Niente da dire sulla trama, intrattiene. Ti fa giocare e ti invoglia a continuare, aprendo sapientemente le diverse sezioni del mondo di gioco, invogliandoti ad esplorare e a cercarne gli anfratti; c’è qualche scivolata quando collega eventi micro e macro ma niente di preoccupante.
Fin qui tutto bene. Infatti il difetto sta da un’altra parte, in quello spettro maligno che ha il nome di stereotipo: i personaggi e gli eventi non riescono mai a ritagliarsi una fetta decente di storia. Abbiamo quindi la ragazza gentile ma coraggiosa che tanto fa tenerezza, lo scavezzacollo, l’insegnante disillusa, l'innocente e gioviale fino all’irritazione. Di caratterizzazione psicologica vera e propria non ce n’è tanta, le uniche eccezioni sono rappresentate dal protagonista, approfondito paradossalmente a causa della sua natura più di tutti stereotipata, e il buon Laguna Loire, ex soldato divenuto giornalista che si comanderà in flashback prestabiliti.
 


La Squaresoft voleva innovare ancora di più con questo episodio, anche dal punto di vista del gameplay propriamente detto. Ovviamente il fulcro di tutto rimane sempre lo stesso: l’esplorazione degli ambienti, la world-map, i vari mezzi di trasporto. Il segno vero di quanto fossero realmente ripartiti da zero sta però nel combattimento, nel neonato sistema Junction tutto basato sulle invocazioni. Legando una delle numerosissime creature ad un personaggio potremo personalizzarlo nei punti deboli, in quelli forti e persino nei comandi da scegliere in battaglia, oltre a far crescere entrambi proporzionalmente. Contemporaneamente sparisce anche la gestione degli equipaggiamenti, ridotta alla sola arma, e viene introdotto un sistema di potenziamento della stessa basato sulla combinazione di oggetti ottenuti dai nemici. Ultima cosa, viene rimosso il sistema degli MP a favore dell’assorbimento delle stesse dai nemici e da alcune fonti sparse nelle aree. Il sistema è notevole ed efficiente, tuttavia gli inconvenienti non tardano ad arrivare: la gestione dei personaggi risulta in questo modo inutilmente troppo complessa, con molte lungaggini assolutamente risparmiabili, cosa che si trascina anche nelle battaglie: esse nella maggior parte dei casi si ridurranno al continuo utilizzo delle invocazioni, uniche entità realmente dannose e soprattutto senza particolari sanzioni. Per quanto sia spettacolare all’inizio, rivedere le stesse animazioni sempre uguali migliaia di volte fa scemare non poco l’entusiasmo del loro utilizzo.
 


Fin dall’inizio, Final Fantasy VIII stupisce. Lo fa con la potenza della computer grafica contornata da melodie e liriche che sembrano prese di peso da chissà quale opera del Settecento. L’impatto visivo è semplicemente spettacolare: grafica pre-renderizzata dettagliatissima, personaggi finalmente autenticamente umani. Da segnalare il senso di grandiosità della CG, una sensazione di colossale che prima si era vista precedentemente solo accennata, anche se magistralmente, sulle due dimensioni. Il problema, anche qui, sta da un’altra parte: è il design. Gli eroi e i personaggi secondari sono tutti equivalenti, tutti alti uguali, tutti longilinei, tutti fin troppo simili tra di loro, tutti dagli abiti troppo elaborati, luccicanti, da stilisti. Le ambientazioni tracciano una serie di scenari che ormai vedono la fantascienza prevalere sullo steampunk fantastico, dipingendo forme arrotondate, gusto vintage, edifici quadrati di militarismo. Qualcosa con un retrogusto di anonimo, di eccessivamente liceale.
Musica che vede un Nobuo Uematsu un po’ meno ispirato del solito, a parte le due pregevolissime canzoni portanti cantate in latino la prima e in inglese la seconda, i temi composti sono nella sua media ma senza slanci, anzi a volte risultano pure un poco sonnolenti. Nota di plauso va fatta alla traduzione, capace di trasmettere tutti i toni e le sfumature grazie ad una intelligente scelta di tradurre direttamente dal giapponese, aggirando l’infantilizzante traslazione fatta per l’inglese.
 


In definitiva quindi Final Fantasy VIII risente di scelte di design e di sperimentazione che lo fanno classificare come un esperimento riuscito purtroppo solo a metà. Obiettivamente non è assolutamente da buttare, è un prodotto degno di ogni giocatore che si rispetti, ma dopo la maturità artistica raggiunta dal settimo e prima di lui dal sesto c’è un po’ di amaro in bocca. Final Fantasy VIII è grande, grosso, longevo e spettacolare, peccato che queste cose siano tutte sulla grafica e non su una trama portante decente. I giocatori più casuali probabilmente lo ameranno, quelli con un po’ di esperienza potrebbero sentirsi traditi dal fatto che, a parte la grafica e un paio di personaggi, lascia ben poco nel cuore.
Voto 70/100

Scheda Tecnica
Casa Squaresoft | Sviluppatore: Squaresoft | Distributore Halifax | Formati Disponibili PlayStation, PC | Formato Esaminato PlayStation | Prezzo N.D. | Specifiche tecniche 1 Giocatore, 1 Blocco su Memory Card, compatibile controller analogico con levette, compatibile vibrazione | Multigiocatore Non presente | Età consigliata 11+ (ELSPA), 12+ (PEGI)

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