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mercoledì 19 dicembre 2012

Recensione - DYNASTY WARRIORS 7


Il Mosou è sicuramente uno dei generi più amati ma allo stesso tempo più odiati dell’intero panorama del medium videoludico. Esagerato e riciclato, questo genere mette l’utente nei panni di un ufficiale dai poteri sfioranti il semi-divino e gli impone di spazzare via eserciti, compito che viene reiterato senza praticamente correzioni da più di dieci anni. Le valutazioni e la critica a riguardo non sono mai state lusinghiere nei suoi confronti, a differenza invece del pubblico, parlante attraverso la grande mole di vendite nel Sol Levante e anche nelle varie esportazioni. Quindi, come comportarsi di fronte Dynasty Warriors 7, ultimo nato della numerazione ufficiale? Bocciatura secca, sufficienza, analisi a caldo o a freddo?





Il contesto è sempre quello: nella Cina a cavallo di II e III secolo d. C. si consumano le vicende dei signori emergenti che vogliono approfittare della decadenza della famiglia imperiale Han attraverso guerre infinite ed atroci.

Familiare, senza dubbio. Ma allo stesso tempo decisamente nuovo, fresco, originale. Anche se gli sviluppatori di Tecmo-Koei non lo ammetteranno mai, questa loro ultima fatica deve molto alle idee emerse con la sperimentazione occidentale di Warriors: Legends of Troy, a cominciare proprio dalle campagne: anzitutto abbiamo quattro fazioni, Wu, Wei, Shu e Jin, e la selezione di una di loro ci indirizzerà verso l’affrontare una serie di battaglie consecutive nei panni di un personaggio prestabilito. Mentre le prime tre fazioni sono tutte in contemporanea, la campagna dei Jin è invece collocata dopo, e mette il timbro con una conclusione coerente con quello che è successo “veramente”. La storia dei Tre Regni verrà così lentamente a dispiegarsi di fronte all’utente con semplicità, accessibilità ed un minimo di criterio, evidenziandone anche la storicità e mettendo decisamente fuori gioco la solita, passiva ripetizione di anacronismi tutti uguali dove vince chi viene controllato dal giocatore. La progressione invoglia a scoprire i retroscena e si finisce per affezionarsi ai propri condottieri, nel vedere gli esiti delle loro vicende e della loro crescita mentale.


Ovviamente non è stata trascurata l'utenza più orientata all'azione pura e semplice: la seconda modalità di gioco è infatti la Conquista, dove nei panni di un ufficiale a piacere (completando le campagne storiche e scenari specifici ne sbloccheremo altri, fino ad un totale di oltre settanta) potremo lanciarci al saccheggio della Cina intera, divisa in una mastodontica griglia ad esagoni, ognuno dei quali racchiude una battaglia da vincere o una città dove acquistare armi e rafforzare i legami tra gli ufficiali dopo averla presa.

Di cose da fare in questo gioco ce ne sono quindi molte, ma il gameplay è sempre quello, senza pressoché evasione alcuna: si massacrano migliaia di catatonici nemici facendoli volare allegramente con qualsiasi arma possibile, con qualche ufficiale leggermente più impegnativo ma prezioso per il suo donarvi dei punti abilità con cui potenziarvi dopo averlo sconfitto. Non fraintendete, il combattimento funziona alla grande ed è impagabilmente esaltante, ma la semplicità disarmante genera pareri contrastanti: se da un lato può creare un senso di assuefazione impressionante, dall’altro potrebbe far abbandonare il titolo dopo appena una campagna conclusa.
 
Il comparto grafico è semplicemente fallimentare. Fin dai primi fotogrammi sembra di assistere ad un gioco PS2 up-scalato all’alta definizione: nonostante un design curatissimo e particolareggiato, che rende davvero un piacere oltre che molto unico e caratterizzato ogni singolo maestro d’arme, il motore grafico è ad un livello quasi sottozero. Le ambientazioni sono spoglie, anonime e non distruttibili, la solita alternanza di corridoi e stanzoni dove si concentrano le truppe dai dettagli sgranati, gli alberi sono fatti solo di solidi semplici, le texture sono in bassa risoluzione e non esiste neppure il bump-mapping. Ciliegina sulla torta, il numero di soldati a schermo è veramente esiguo ma li si vede ugualmente comparire dal nulla come per magia. Un uso sapiente degli effetti di luce e di regia assieme la completa assenza di qualsiasi tipo di rallentamento non bastano a lenire il disastro.


Discorso diverso va invece fatto invece per il sonoro, che vive di una curiosa alternanza: durante le battaglie verremo invasi da un grosso ed orecchiabilissimo quantitativo di tracce hard rock che non mancano di sforare in sintesi molto più heavy ed epic metal, con anche qualche accenno di tastiere. Nei menu e nei momenti di narrazione della storia invece torniamo ad un più canonico orchestrale-epico, purtroppo dimenticabile a parte un paio di pezzi.
Molto buono il doppiaggio inglese e il relativo labiale, molto altisonante e coinvolgente, mentre la localizzazione della nostra lingua non è delle migliori: oltre ad alcune stringhe non tradotte, certe scelte traduttive fin troppo fantasiose ed alcune omissioni fanno intendere come il lavoro sia stato fatto con l’intermediazione dell’inglese piuttosto che dall’originale giapponese. Tutto considerato, però, forse vedere finalmente un titolo della serie madre dei Mosou che arriva almeno sottotitolato nella nostra lingua è già un traguardo.

Lodevolissima invece la longevità: le quattro campagne da sole portano via ben venti ore, mentre la modalità Conquista va sviscerata ed esplorata a fondo per ottenere tutti i vari sbloccabili e segreti. Molto interessante ed approfondita l’enciclopedia, che dimostra la profonda conoscenza del sostrato storico e culturale da parte degli sviluppatori; da segnalare infine la pregevolezza dei filmati in CG, capaci in pieno stile vecchia scuola di condensare l’essenza di un gioco intero in due minuti di pura passione coreografica, registica e musicale.

Dynasty Warriors 7 è un gioco difficile da valutare. Ci sono delle falle di concept di fondo che ci si ostina a non voler correggere, la grafica è insufficiente e il riciclo di sempre la solita minestra è evidente. Ma dall’altra parte abbiamo un action-game perfettamente fine a se stesso, rodato, divertente, esaltante e longevo come pochi, capace di legare personaggi carismatici ed utente in maniera ispirata e sapiente. Siamo ben lungi dall’essere in vista di un capolavoro, ma se ne accetterete i limiti potreste davvero scoprire una gemma. Grezza, ma pur sempre tale.

Voto: 80/100


Cavaliere Bardo 19/12/2765


Scheda Tecnica

Casa Tecmo-Koei | Sviluppatore: Omega Force | Distributore THQ | Formati Disponibili PlayStation 3, Xbox 360, PC (solo giapponese) | Formato Esaminato PlayStation 3 | Prezzo € 39,90 | Specifiche tecniche 1-2 Giocatori, 7 MB HD, Controller analogico con vibrazione, TV HD 720p, 1080i o 1080p, compatibile 3D (solo PlayStation 3) | Lingua Italiano (testo a schermo e sottotitoli), Inglese (testo a schermo, sottotitoli, parlato), Giapponese (parlato, tramite DLC gratuito) | Multigiocatore Online o Cooperativa locale fino a 2 giocatori | Età consigliata 16+

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