Il
Mosou è sicuramente uno dei generi più amati ma allo stesso tempo più odiati
dell’intero panorama del medium videoludico. Esagerato e riciclato, questo
genere mette l’utente nei panni di un ufficiale dai poteri sfioranti il
semi-divino e gli impone di spazzare via eserciti, compito che viene reiterato
senza praticamente correzioni da più di dieci anni. Le valutazioni e la critica
a riguardo non sono mai state lusinghiere nei suoi confronti, a differenza
invece del pubblico, parlante attraverso la grande mole di vendite nel Sol
Levante e anche nelle varie esportazioni. Quindi, come comportarsi di fronte Dynasty Warriors 7, ultimo nato della numerazione
ufficiale? Bocciatura secca, sufficienza, analisi a caldo o a freddo?
Il
contesto è sempre quello: nella Cina a cavallo di II e III secolo d. C. si
consumano le vicende dei signori emergenti che vogliono approfittare della decadenza
della famiglia imperiale Han attraverso guerre infinite ed atroci.
Familiare,
senza dubbio. Ma allo stesso tempo decisamente nuovo, fresco, originale. Anche
se gli sviluppatori di Tecmo-Koei non lo ammetteranno mai, questa loro ultima
fatica deve molto alle idee emerse con la sperimentazione occidentale di Warriors: Legends of Troy, a cominciare
proprio dalle campagne: anzitutto abbiamo quattro fazioni, Wu, Wei, Shu e Jin,
e la selezione di una di loro ci indirizzerà verso l’affrontare una serie di
battaglie consecutive nei panni di un personaggio prestabilito. Mentre le prime
tre fazioni sono tutte in contemporanea, la campagna dei Jin è invece collocata
dopo, e mette il timbro con una conclusione coerente con quello che è successo “veramente”.
La storia dei Tre Regni verrà così lentamente a dispiegarsi di fronte all’utente
con semplicità, accessibilità ed un minimo di criterio, evidenziandone anche la
storicità e mettendo decisamente fuori gioco la solita, passiva ripetizione di
anacronismi tutti uguali dove vince chi viene controllato dal giocatore. La
progressione invoglia a scoprire i retroscena e si finisce per affezionarsi ai
propri condottieri, nel vedere gli esiti delle loro vicende e della loro
crescita mentale.
Ovviamente
non è stata trascurata l'utenza più orientata all'azione pura e semplice: la seconda modalità di gioco è
infatti la Conquista, dove nei panni di un ufficiale a piacere (completando le
campagne storiche e scenari specifici ne sbloccheremo altri, fino ad un totale
di oltre settanta) potremo lanciarci al saccheggio della Cina intera, divisa in
una mastodontica griglia ad esagoni, ognuno dei quali racchiude una battaglia
da vincere o una città dove acquistare armi e rafforzare i legami tra gli ufficiali
dopo averla presa.
Di
cose da fare in questo gioco ce ne sono quindi molte, ma il gameplay è sempre
quello, senza pressoché evasione alcuna: si massacrano migliaia di catatonici
nemici facendoli volare allegramente con qualsiasi arma possibile, con qualche
ufficiale leggermente più impegnativo ma prezioso per il suo donarvi dei punti
abilità con cui potenziarvi dopo averlo sconfitto. Non fraintendete, il
combattimento funziona alla grande ed è impagabilmente esaltante, ma la
semplicità disarmante genera pareri contrastanti: se da un lato può creare un
senso di assuefazione impressionante, dall’altro potrebbe far abbandonare il
titolo dopo appena una campagna conclusa.
Il
comparto grafico è semplicemente fallimentare. Fin dai primi fotogrammi sembra
di assistere ad un gioco PS2 up-scalato all’alta definizione: nonostante un
design curatissimo e particolareggiato, che rende davvero un piacere oltre che
molto unico e caratterizzato ogni singolo maestro d’arme, il motore grafico è
ad un livello quasi sottozero. Le ambientazioni sono spoglie, anonime e non
distruttibili, la solita alternanza di corridoi e stanzoni dove si concentrano
le truppe dai dettagli sgranati, gli alberi sono fatti solo di solidi semplici,
le texture sono in bassa risoluzione e non esiste neppure il bump-mapping.
Ciliegina sulla torta, il numero di soldati a schermo è veramente esiguo ma li
si vede ugualmente comparire dal nulla come per magia. Un uso sapiente degli
effetti di luce e di regia assieme la completa assenza di qualsiasi tipo di
rallentamento non bastano a lenire il disastro.
Discorso
diverso va invece fatto invece per il sonoro, che vive di una curiosa
alternanza: durante le battaglie verremo invasi da un grosso ed orecchiabilissimo
quantitativo di tracce hard rock che non mancano di sforare in sintesi molto
più heavy ed epic metal, con anche qualche accenno di tastiere. Nei menu e nei
momenti di narrazione della storia invece torniamo ad un più canonico
orchestrale-epico, purtroppo dimenticabile a parte un paio di pezzi.
Molto
buono il doppiaggio inglese e il relativo labiale, molto altisonante e
coinvolgente, mentre la localizzazione della nostra lingua non è delle
migliori: oltre ad alcune stringhe non tradotte, certe scelte traduttive fin
troppo fantasiose ed alcune omissioni fanno intendere come il lavoro sia stato
fatto con l’intermediazione dell’inglese piuttosto che dall’originale
giapponese. Tutto considerato, però, forse vedere finalmente un titolo della
serie madre dei Mosou che arriva almeno sottotitolato nella nostra lingua è già
un traguardo.
Lodevolissima
invece la longevità: le quattro campagne da sole portano via ben venti ore,
mentre la modalità Conquista va sviscerata ed esplorata a fondo per ottenere
tutti i vari sbloccabili e segreti. Molto interessante ed approfondita l’enciclopedia,
che dimostra la profonda conoscenza del sostrato storico e culturale da parte
degli sviluppatori; da segnalare infine la pregevolezza dei filmati in CG,
capaci in pieno stile vecchia scuola di condensare l’essenza di un gioco intero
in due minuti di pura passione coreografica, registica e musicale.
Dynasty Warriors 7 è un gioco difficile
da valutare. Ci sono delle falle di concept di fondo che ci si ostina a non
voler correggere, la grafica è insufficiente e il riciclo di sempre la solita
minestra è evidente. Ma dall’altra parte abbiamo un action-game perfettamente
fine a se stesso, rodato, divertente, esaltante e longevo come pochi, capace di
legare personaggi carismatici ed utente in maniera ispirata e sapiente. Siamo ben
lungi dall’essere in vista di un capolavoro, ma se ne accetterete i limiti
potreste davvero scoprire una gemma. Grezza, ma pur sempre tale.
Voto: 80/100
Scheda Tecnica
Casa
Tecmo-Koei | Sviluppatore: Omega Force | Distributore THQ | Formati Disponibili PlayStation 3, Xbox 360, PC (solo
giapponese) | Formato Esaminato PlayStation
3 | Prezzo € 39,90 | Specifiche
tecniche 1-2 Giocatori, 7 MB HD,
Controller analogico con vibrazione, TV HD 720p, 1080i o 1080p, compatibile 3D
(solo PlayStation 3) | Lingua Italiano
(testo a schermo e sottotitoli), Inglese
(testo a schermo, sottotitoli, parlato), Giapponese
(parlato, tramite DLC gratuito) | Multigiocatore Online o Cooperativa locale fino a 2 giocatori | Età consigliata 16+
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