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martedì 9 ottobre 2012

Review - WARHAMMER 40K SPACE MARINE


Gli scambi di idee e concetti tra settori di intrattenimento non sono mai stati una novità, in quanto questo procedimento permette ad entrambe le categorie di migliorarsi reciprocamente. Con l’avvento dei videogiochi tale contaminazione, pur rimanendo economicamente rischiosa, ha il vantaggio amplificato di poter rendere appetibile ad un pubblico decisamente più ampio generi brutalmente di nicchia come i dispendiosi wargames con miniature. Dopo aver tentato la via più ovvia come poteva essere quella dello strategico, la Relic Entertainment si rimette di nuovo in discussione nello stesso contesto puntando al genere action-third person shooter.


Tutto comincia con una richiesta di aiuto inviata da Graia, piccolo pianeta della Via Lattea utilizzato dagli umani come Mondo-Forgia, ovvero luogo di massiccia produzione bellica. I guerrafondai Orki sono i responsabili dell’attacco e l’importanza strategica del luogo induce i comandanti a mandarvi una squadra di Ultramarine comandati dal Capitano Titus e i suoi uomini.
Atterrati sulla superficie e presi i contatti con la Guardia Imperiale sopravvissuta, l’ufficiale al comando tenente Mira li informa come gli Orki non stiano devastando ogni cosa come loro solito. Il loro agire secondo una apparente strategia fa capire a Titus e i suoi uomini che sotto la semplice invasione c'è qualcosa di più.
La campagna singolo giocatore ruota tutta proprio intorno alla risoluzione di questo mistero, attraverso un susseguirsi di missioni ed obiettivi, risultando decisamente intrigante. E’ tuttavia da segnalare come il gioco non dia assolutamente alcuna spiegazione sul background derivato dal gioco da tavolo, cui si appoggia pesantemente per la creazione della vicenda, un peccato poiché disorienta proprio quel pubblico potenzialmente più ampio che il videogioco raggiunge.


Il gameplay combina lo sparatutto in terza persona con meccaniche di action all’arma bianca. Il nostro Ultramarine Titus avrà a disposizione diversi tipi di armi da fuoco, delle quali potrà portarne fino a quattro contemporaneamente, e quattro tipi di armi ravvicinate da portare una per volta. A questo si aggiungono le granate e diversi potenziamenti permanenti che si acquisiranno man mano che si procede con la storia. La salute invece è composta dagli Scudi, che si ricaricano automaticamente riparandosi dal fuoco nemico per qualche secondo, e la salute propriamente detta, che si ricarica solamente eseguendo una cruenta mossa finale sui nemici indeboliti. A causa di questa impostazione deliberatamente molto aggressiva non è stato implementato un sistema di coperture. Il sistema decisamente funziona e, oltre a regalare momenti di pura esaltazione testosteronica, permette qualche sano arrangiamento tattico durante le battaglie, rese decisamente varie dalla buona varietà di nemici e dal loro numero. Il livello di difficoltà non è però ben calibrato, specie in alcune fasi sovraffollate che causeranno morti a ripetizione con conseguente frustrazione medio-alta. Da segnalare inoltre la bassa qualità delle boss-battle, dal numero minimo (appena due) e piuttosto incolori nelle dinamiche, oltre che talvolta mancanti di un vero e proprio combattimento con il boss.
Il comparto multigiocatore si è invece rivelato discretamente divertente. Propone due tipi di partita, uno che vede contrapporsi i giocatori e l’altro la classica orda (chiamata per l’occasione “Exterminatus”). Ciascuna di esse è poi suddivisa in molte modalità diverse. Partecipando alle partite multigiocatore si otterranno punti esperienza che permetteranno di dotare il proprio Space Marine con un maggior grado di personalizzazione estetica e varie specializzazioni. Il matchmaking è di buona fattura e non ci sono molti ritardi nella connessione.


Graficamente parlando il lavoro svolto non ha molti difetti. La modellazione poligonale di tutti i personaggi e nemici è eccellente, così come le texture che li ricoprono e le espressioni facciali. Un tale livello di dettaglio ha permesso di non ricorrere a nessun filmato in computer grafica per i dialoghi. Un po’ peggio per gli ambienti, che presentano modellazione piuttosto semplicistica e texture spoglie, cosa che viene però nascosta almeno in parte dall’atmosfera ovviamente molto cupa. Buono il design, basato sul contrasto di colore tra il blu cobalto dei protagonisti e il marrone desertico di Graia. La certosina riproduzione di tutte le caratteristiche estetiche del wargame originale è quindi presente e restituisce un feeling “miniaturistico” decisamente ben riuscito, cosa a cui contribuisce anche il comparto audio: le musiche sono veramente azzeccate, cupi archi contornati da ottoni e percussioni che restituiscono la giusta atmosfera da film di guerra fantascientifico, e dall’effettistica non idealizzata, che non propone laser o altro ma passi pesanti, proiettili ed esplosioni. Il doppiaggio ha invece alti e bassi: gli attori scelti sono di per sé buoni e sono apprezzabili anche le piccole attenzioni quali la parlata distorta degli Orki, ma il basarsi solo sulle tracce audio e non sulle immagini a video vere e proprie porta a fastidiose desincronizzazioni col labiale.


In conclusione quindi un titolo più che dignitoso, che però subisce le conseguenze di Relic Entertainment di non aver voluto osare da un punto di vista di ecumenicità: la natura prettamente “for fans only” è stata infatti portata avanti senza quasi nessun compromesso e questo, sommato ad alcune ingenuità di calibrazione generale, lo rendono un prodotto adatto quasi esclusivamente a chi abbia già esperienza con il contesto a cui fa riferimento.


Voto: 71/100


Adriano Di Medio 9/10/2765


Scheda Tecnica

Casa THQ | Sviluppatore: Relic Entertainment | Distributore CTO | Formati Disponibili Xbox 360, PlayStation 3, PC | Formato Esaminato PlayStation 3 | Prezzo € 29,90 | Specifiche tecniche 1 Giocatore, 5 MB HD, controller analogico con vibrazione, HD 720p o sup. | Lingua Italiano (testo a schermo e parlato) | Multigiocatore LAN, Internet | Età consigliata 18+ |

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