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lunedì 17 settembre 2012

Review - ASSASSIN'S CREED



Di tutti i titoli che hanno rappresentato un vero e proprio esempio soprattutto visivo di quella che ai tempi era la “next-generation”, Assassin’s Creed era sicuramente al primo posto. Nato inizialmente come esclusiva PlayStation 3 poi ampliata anche alla Xbox 360, lasciava intendere attraverso le varie schermate e anteprime quella che sembrava come una nuova concezione del free-roaming. Rilasciato come titolo di punta della Ubisoft nella stagione 2007, non resta che vedere se tutte queste promesse siano state effettivamente mantenute.


Il contesto storico è quello della Terza Crociata: Altair Ibn-La-Ahad è un ventiseienne membro della Setta degli Assassini, incaricato assieme ad altri due compari di recuperare un prezioso manufatto dal Tempio di Salomone. Il giovane si dimostra fin da subito pervaso da una forte arroganza, dettata dal suo alto rango, secondo solo al Gran Maestro. Proprio a causa di questa sua strafottenza spreca la vita di uno dei suoi compagni e la missione fallisce miseramente. A seguito di ciò, il Gran Maestro Al Mualim lo spoglia di tutti i suoi gradi e privilegi. Per recuperarli assieme all’onore, gli commissionerà nove assassinii di personaggi chiave, sia arabi che crociati, al fine di interrompere la guerra.

La trama è con tutta probabilità, la più originale degli ultimi dieci anni, perlomeno in campo videoludico. Evitando qualsiasi rivelazione a riguardo, ci limitiamo a dire che il contesto delle crociate non è l’unico che verrà esplorato, costruendo un incastro fanta-storico di pregiata e rara fattura, rafforzato anche da tematiche di carattere religioso e scientifico; attraverso questa leva del mistero e della curiosità che veicola nel giocatore, lo spinge ad andare avanti nonostante tutto.


A risentirne è il gameplay. Giunti nella città dove si trova la vittima designata, Altair dovrà aggirarsi per i vicoli e completare alcuni compiti chiamati “indagini” per ottenere informazioni su dove e come colpire. Tali incarichi si suddividono in categorie ben distinte l’una dall’altra: borseggiare messaggeri, origliare conversazioni da una panchina vicina, intimidire qualcuno per estorcere informazioni. Per ottenere una migliore visione di insieme di dove si sta operando, bisognerà trovare quanti più punti di osservazione possibile, che sveleranno ciascuno nuove porzioni della mappa. Azioni plateali o socialmente inaccettabili renderanno inoltre Altair capace di attirare l’attenzione indesiderata delle molte guardie cittadine, che potranno anche entrare in aperto conflitto con lui. In caso accadesse, Altair avrà a disposizione quattro tipi diversi di armi, che imbastiscono un sistema di combattimento semplice ma tutto sommato divertente, basato in larga parte sui contrattacchi letali. Nel caso non si voglia combattere, bisognerà sfuggire alle attenzioni delle guardie attraverso le molte tipologie di nascondigli disseminati per le mappe di gioco, ed attendervi fino a recuperare l’anonimato.

Compiuto il numero minimo di indagini ci si potrà recare alla filiale in città della setta per avere il via libera definitivo, e successivamente compiere l’omicidio. La libertà concessa al giocatore in questi frangenti è totale, e sta solo a lui se pianificare e compiere qualcosa di pulito o trasformare tutto in una battaglia campale. Fatto tutto, si rientrerà alla base, dove si recupererà parte dell’equipaggiamento e si verrà informati con un altro tassello di trama, per poi ripartire alla volta della vittima successiva. Uniche varianti a questo ciclo sono il salvare abitanti molestati dalle guardie, i collezionabili e le altre indagini. Tutto è quindi concentrato solo ed esclusivamente sull’uccidere la vittima di turno, spogliando completamente il gameplay di qualunque varietà, oltre che limatura: l’intelligenza artificiale delle guardie è oltremodo primitiva, la loro memoria paurosamente a breve termine. La condanna del giocatore è ripetere sempre le medesime azioni senza stimolo alcuno all’infuori della trama stessa.


Di tutt’altra caratura il comparto tecnico, assolutamente massiccio: le tre città in cui si svolgeranno le vicende, Gerusalemme, Damasco ed Acri, sono state riprodotte con una passione ed una perizia inimmaginabili per qualsiasi altra produzione precedente. Centinaia di passanti variegati e dettagliati per le strade, architetture solide e credibili, texture definite, illuminazione in tempo reale che si spreca, cacofonia sonora. Ciliegina sulla torta, ogni singolo edificio del gioco è pienamente scalabile, attraverso un raffinato ma intuitivo sistema di simulazione di arrampicata. Altair gode di animazioni che sono tutt’ora eccelse, che appaiono naturali come mai prima d’ora, facendolo muovere con la grazia e la ferocia di un cobra in ogni sua azione, che sia camminare, arrampicarsi o combattere, surclassando completamente tutti gli altri PNG. Il design vanta una ricostruzione certosina e un realismo storico incredibile, capaci di regalare scorci grandiosi e indimenticabili e non risparmiandosi anche tocchi quali le diverse sfumature cromatiche tra le città. Di fronte a tanta cura, lascia basiti vedere come il motore grafico non sia stato pienamente ottimizzato su tutte le console, cosa che si traduce in una versione PS3 profondamente non calibrata, sofferente di freeze regolari (durante la prova, se ne è verificato uno ogni circa due ore di gioco).

Comparto audio di sicuro valore, tramite una colonna sonora d’autore ben riuscita, composta da cupi pezzi orchestrali, malinconiche note di pianoforte e cori gregoriani dai testi in latino, con qualche sprazzo di elettronica. Grande doppiaggio italiano, vi è un cura tangibile nei dialoghi volta a dar loro un accento decisamente antico non nel modo di parlare ma nell’impostazione dell’intero cast. Buona la longevità, il gioco dura le sue brave tredici ore ma dopo, a causa della succitata, dilagante ripetitività non darà assolutamente alcun incentivo ad essere ripreso.


Assassin’s Creed è, è proprio il caso di dirlo, l’assassinio del gameplay in favore della narrazione. Tale atto viene compiuto mettendo tre intere città virtuali incredibilmente vive e pulsanti al servizio di un personaggio interpretato dal giocatore pressoché onnipotente, spogliando così il giocato di qualunque minimo livello di sfida. La trama che esce da questo sacrificio però sorpassa tutte le falle del prodotto, che anche grazie alla grafica fuori parametro si fa bello e giocabile. Un esperimento riuscito solo a metà, ma comunque un’esperienza dignitosa da provare per tutti gli appassionati.


Voto 77/100


Cavaliere Bardo 17/9/2765


Scheda Tecnica

Casa Ubisoft | Sviluppatore: Ubisoft Montreal | Distributore Halifax | Formati Disponibili PlayStation 3, Xbox 360, PC (versione scatolata e digital delivery via Steam) | Formato Esaminato PlayStation 3 | Prezzo € 4,90 (PC), € 19,90 (PS3/Xbox 360) | Specifiche tecniche 1 Giocatore, 1330 MB HD, TV HD 720p | Lingua Italiano (testo a schermo e parlato) | Multigiocatore Non presente | Età consigliata 18+



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