Come
si usa dire, il troppo stroppia. Quando un anno fa venne annunciato che una
nuova avventura di Kratos, il Fantasma di Sparta, avrebbe visto la luce sulla
PlayStation 3, l’hype fu poco e rimase tale per dei mesi. Le notizie sulla
natura di prequel di questo Ascension e l’introduzione di una modalità
multigiocatore non fecero altro che affossare ancora di più l’attenzione nei
confronti del lavoro della divisione di Sony a Santa Monica. Un tale progetto
puzzava solo di iconoclastia, di commerciale.
Sei
mesi dopo la terribile notte in cui ingannato uccise la propria famiglia,
Kratos ha rotto il suo patto con Ares ed è stato catturato dalle Furie, le tre
sorelle incaricate fin dall’inizio dei tempi di vigilare sul rispetto degli
accordi, e rinchiuso nella Prigione dei Dannati costruita sul corpo del
centimane Briareo. Ora, braccato, deve cercare di fuggire.
Nonostante
la sua natura piuttosto forzata, la trama di questo prequel si configura come
uno degli aspetti su cui si è lavorato di più: accantonato lo svolgimento
lineare e perlopiù prevedibile della trilogia originale, due lunghi flashback racconteranno
cosa Kratos abbia fatto per essere catturato dalle Furie. Abbiamo
quindi una rinnovata attenzione nei confronti della parte umana del personaggio:
non di rado infatti lo vedremo interloquire con i comprimari o addirittura
mostrare un lato tormentato. Di rabbia da parte sua ve ne è davvero poca, e la
trama tende a sottolineare con una certa insistenza il fatto che prima di
sprofondare nell’ira e nell’egoismo il Fantasma di Sparta sia stato davvero
sfortunato.
L’altra
seconda caratteristica su cui sono state rimesse le mani è proprio il gameplay.
La fase bellica ha infatti ricevuto notevoli modifiche: le mosse del
protagonista sono state tutte quante ricalibrate da zero, snellendo le
combinazioni di tasti necessarie al giocatore ma allo stesso tempo depotenziando
alcune mosse sbilanciate, limitandone l’utilizzo al caricamento di una barra
della furia posta in basso a destra nell’interfaccia, che si riempie picchiando
i nemici e si svuota se si viene colpiti o alla fine di ogni scontro. Quando
poi si afferra un nemico con il più comodo tasto R1, si deve interagire con i
normali tasti di attacco e schivata fino alla dipartita, cruenta e spettacolare
come in ogni God of War che si rispetti. Il prezzo da pagare per tutto questo è
rappresentato dalla totale assenza sia di magie che di armi alternative alle
Lame del Caos, sostituite solo da quattro elementi che si agganciano alle lame
stesse come potenziamento. Nonostante questa virata in senso tecnico e
conseguente impennata della difficoltà, pad alla mano il sistema rimane
comunque funzionale e di facile assimilazione.
Per
il resto non vi sono cambiamenti, è massiccia avventura con una forte enfasi
sui combattimenti e dominata da un piacevole ipertrofismo nei panorami e nella
costruzione degli scenari, incapace quindi di annoiare grazie alla vastità
degli orizzonti, alla grande quantità di situazioni proposte e a boss fights
ispirate e divertenti, anche se poche (solo quattro).
Graficamente
parlando siamo dove ci eravamo fermati con God of War III: clamoroso. Le uniche
cose che avessero bisogno di miglioramento erano le animazioni, il resto è
praticamente senza difetti a parte una (sì, proprio una sola) texture in bassa
risoluzione. Gli ambienti sono estesi, titanici, dettagliatissimi e soprattutto
in costante movimento, i boss sono enormi e le coreografie massicce e studiate,
coadiuvate da una resa di acqua e fonti di illuminazione commovente. Il design,
particolarissimo e curato, vede i suoi maggiori interventi proprio su Kratos: lo
vediamo snellito nella corporatura e reso più umano, meno bianchiccio di pelle
e senza muscoli steroidei. Le varie cutscene, realizzate armonizzando
animazione a mano e motion capture, mostrano poi espressioni
facciali molto buone e l’eccellente modellazione dei personaggi, precisa al
singolo poro della pelle.
Peccato
però che una tale raffinatezza non sia presente anche a livello di rifinitura:
durante la prova ci sono infatti capitati a tiro un sacco di bug, di cui quelli
più fastidiosi sono senza dubbio il ritardo degli effetti sonori rispetto all’azione
e caricamenti forzati che alle volte spezzano persino le battute pronunciate
dai personaggi. Considerando i tre anni di gestazione, era sicuramente lecito
aspettarsi una ripulitura molto più accurata.
Davvero
ben fatto il comparto sonoro, l’effettistica seppur riciclata in gran parte
resta di qualità cinematografica, mentre la colonna sonora, sebbene
coinvolgente nella sua cupezza orchestrale, regge a malapena il confronto con
quella del precedente episodio a causa dell’uso insensatamente parco dei cori.
Davvero ottimo infine il doppiaggio italiano, forte del ritorno del cast
storico e dell’introduzione di un paio di personalità di spicco per i nuovi
personaggi.
Ed
arriviamo quindi al vero problema di questa produzione, ovvero la longevità. I
trenta capitoli della campagna principale non dureranno infatti più di
sette-otto ore, e a parte qualche manufatto da recuperare in corso d’opera, l’assenza
di extra significativi (limitati ai soli making of già stravisti sul web mesi
fa) non invoglia quasi per nulla a giocare per più di due volte la storia. E’
evidente quindi che il titolo abbia oltremodo sofferto dell’implementazione
della modalità multigiocatore, che nonostante sia divertente ed appagante,
incentrata com’è sull’azione e sull’ottenimento del favore degli dei per
potenziarsi e ottenere prestigio, potrebbe far storcere il naso a buona parte
dei puristi che negli ultimi sette anni si sono affezionati all’arcigno
spartano.
Non
vi è alcun dubbio: Sony Santa Monica ha rimesso in riga tutti per la quarta
volta consecutiva, producendo un’avventura dinamica studiata, competente e
graficamente mastodontica. Paradossalmente, però, l’inesperienza nel cercare di
adottare nuove tecniche sia narrative che di gameplay finisce per sporcare l’esperienza
e non renderla così incisiva come ai tempi del terzo capitolo, impedendo il titolo di capolavoro ad un prodotto che rimane comunque un vero giocone, assolutamente
da comprare per ogni possessore di PlayStation 3.
Voto: 89/100
Scheda Tecnica
Casa Sony |
Sviluppatore: Sony Santa Monica |
Distributore Sony | Formati
Disponibili PlayStation 3 | Formato
Esaminato PlayStation 3 | Prezzo € 64,90 (Standard Edition), € 74,90
(Special Edition) | Specifiche tecniche 12 MB HD, Controller analogico con vibrazione, TV PAL HD 720p o
superiore | Lingua Italiano (testo
a schermo, sottotitoli e parlato) | Multigiocatore PSN 2-8 giocatori | Età consigliata 18+
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