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venerdì 22 marzo 2013

Recensione - GOD OF WAR ASCENSION


Come si usa dire, il troppo stroppia. Quando un anno fa venne annunciato che una nuova avventura di Kratos, il Fantasma di Sparta, avrebbe visto la luce sulla PlayStation 3, l’hype fu poco e rimase tale per dei mesi. Le notizie sulla natura di prequel di questo Ascension e l’introduzione di una modalità multigiocatore non fecero altro che affossare ancora di più l’attenzione nei confronti del lavoro della divisione di Sony a Santa Monica. Un tale progetto puzzava solo di iconoclastia, di commerciale.


Sei mesi dopo la terribile notte in cui ingannato uccise la propria famiglia, Kratos ha rotto il suo patto con Ares ed è stato catturato dalle Furie, le tre sorelle incaricate fin dall’inizio dei tempi di vigilare sul rispetto degli accordi, e rinchiuso nella Prigione dei Dannati costruita sul corpo del centimane Briareo. Ora, braccato, deve cercare di fuggire.
Nonostante la sua natura piuttosto forzata, la trama di questo prequel si configura come uno degli aspetti su cui si è lavorato di più: accantonato lo svolgimento lineare e perlopiù prevedibile della trilogia originale, due lunghi flashback racconteranno cosa Kratos abbia fatto per essere catturato dalle Furie. Abbiamo quindi una rinnovata attenzione nei confronti della parte umana del personaggio: non di rado infatti lo vedremo interloquire con i comprimari o addirittura mostrare un lato tormentato. Di rabbia da parte sua ve ne è davvero poca, e la trama tende a sottolineare con una certa insistenza il fatto che prima di sprofondare nell’ira e nell’egoismo il Fantasma di Sparta sia stato davvero sfortunato.

L’altra seconda caratteristica su cui sono state rimesse le mani è proprio il gameplay. La fase bellica ha infatti ricevuto notevoli modifiche: le mosse del protagonista sono state tutte quante ricalibrate da zero, snellendo le combinazioni di tasti necessarie al giocatore ma allo stesso tempo depotenziando alcune mosse sbilanciate, limitandone l’utilizzo al caricamento di una barra della furia posta in basso a destra nell’interfaccia, che si riempie picchiando i nemici e si svuota se si viene colpiti o alla fine di ogni scontro. Quando poi si afferra un nemico con il più comodo tasto R1, si deve interagire con i normali tasti di attacco e schivata fino alla dipartita, cruenta e spettacolare come in ogni God of War che si rispetti. Il prezzo da pagare per tutto questo è rappresentato dalla totale assenza sia di magie che di armi alternative alle Lame del Caos, sostituite solo da quattro elementi che si agganciano alle lame stesse come potenziamento. Nonostante questa virata in senso tecnico e conseguente impennata della difficoltà, pad alla mano il sistema rimane comunque funzionale e di facile assimilazione.
Per il resto non vi sono cambiamenti, è massiccia avventura con una forte enfasi sui combattimenti e dominata da un piacevole ipertrofismo nei panorami e nella costruzione degli scenari, incapace quindi di annoiare grazie alla vastità degli orizzonti, alla grande quantità di situazioni proposte e a boss fights ispirate e divertenti, anche se poche (solo quattro).

Graficamente parlando siamo dove ci eravamo fermati con God of War III: clamoroso. Le uniche cose che avessero bisogno di miglioramento erano le animazioni, il resto è praticamente senza difetti a parte una (sì, proprio una sola) texture in bassa risoluzione. Gli ambienti sono estesi, titanici, dettagliatissimi e soprattutto in costante movimento, i boss sono enormi e le coreografie massicce e studiate, coadiuvate da una resa di acqua e fonti di illuminazione commovente. Il design, particolarissimo e curato, vede i suoi maggiori interventi proprio su Kratos: lo vediamo snellito nella corporatura e reso più umano, meno bianchiccio di pelle e senza muscoli steroidei. Le varie cutscene, realizzate armonizzando animazione a mano e motion capture, mostrano poi espressioni facciali molto buone e l’eccellente modellazione dei personaggi, precisa al singolo poro della pelle.

Peccato però che una tale raffinatezza non sia presente anche a livello di rifinitura: durante la prova ci sono infatti capitati a tiro un sacco di bug, di cui quelli più fastidiosi sono senza dubbio il ritardo degli effetti sonori rispetto all’azione e caricamenti forzati che alle volte spezzano persino le battute pronunciate dai personaggi. Considerando i tre anni di gestazione, era sicuramente lecito aspettarsi una ripulitura molto più accurata.
Davvero ben fatto il comparto sonoro, l’effettistica seppur riciclata in gran parte resta di qualità cinematografica, mentre la colonna sonora, sebbene coinvolgente nella sua cupezza orchestrale, regge a malapena il confronto con quella del precedente episodio a causa dell’uso insensatamente parco dei cori. Davvero ottimo infine il doppiaggio italiano, forte del ritorno del cast storico e dell’introduzione di un paio di personalità di spicco per i nuovi personaggi.

Ed arriviamo quindi al vero problema di questa produzione, ovvero la longevità. I trenta capitoli della campagna principale non dureranno infatti più di sette-otto ore, e a parte qualche manufatto da recuperare in corso d’opera, l’assenza di extra significativi (limitati ai soli making of già stravisti sul web mesi fa) non invoglia quasi per nulla a giocare per più di due volte la storia. E’ evidente quindi che il titolo abbia oltremodo sofferto dell’implementazione della modalità multigiocatore, che nonostante sia divertente ed appagante, incentrata com’è sull’azione e sull’ottenimento del favore degli dei per potenziarsi e ottenere prestigio, potrebbe far storcere il naso a buona parte dei puristi che negli ultimi sette anni si sono affezionati all’arcigno spartano.

Non vi è alcun dubbio: Sony Santa Monica ha rimesso in riga tutti per la quarta volta consecutiva, producendo un’avventura dinamica studiata, competente e graficamente mastodontica. Paradossalmente, però, l’inesperienza nel cercare di adottare nuove tecniche sia narrative che di gameplay finisce per sporcare l’esperienza e non renderla così incisiva come ai tempi del terzo capitolo, impedendo il titolo di capolavoro ad un prodotto che rimane comunque un vero giocone, assolutamente da comprare per ogni possessore di PlayStation 3.

Voto: 89/100


Scheda Tecnica
Casa Sony | Sviluppatore: Sony Santa Monica | Distributore Sony | Formati Disponibili PlayStation 3 | Formato Esaminato PlayStation 3 | Prezzo € 64,90 (Standard Edition), € 74,90 (Special Edition) | Specifiche tecniche 12 MB HD, Controller analogico con vibrazione, TV PAL HD 720p o superiore | Lingua Italiano (testo a schermo, sottotitoli e parlato) | Multigiocatore PSN 2-8 giocatori | Età consigliata 18+


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