A
ben pensarci, il vecchio West è un’ambientazione perfetta per un free-roaming.
Grandi mondi da esplorare, attività collaterali da snocciolare, tanta azione.
La tentazione era davvero troppo forte ed ecco quindi che la Rockstar si lancia
in un nuovo contesto, adattandovi i suoi crismi e la sua continua battaglia per
l’affermazione di una narratività propria dei videogiochi: il risultato ce l’abbiamo
qui davanti oggi e si chiama Red Dead
Redemption.
L’anno
è il 1911, un treno a vapore percorre lo stretto binario solitario che conduce
ai territori ancora selvatici del lontano ovest. Tra i passeggeri, spicca tra
pastori indottrinanti e vecchiette brontolone un uomo con il volto scavato da
profonde cicatrici, che non spiccica parola per tutto il viaggio. Attraverso le
prime fasi di gioco che fanno da tutorial si viene a sapere che sia chiama John
Marston e che sta cercando un certo Williamson, arroccato al vicino Fort
Mercer. La conversazione tra i due non è amichevole e finisce con un proiettile
in corpo a Marston. Sembra tutto finito, ma il cowboy viene raccolto e curato
da una donna bionda di nome Bonnie, proprietaria di un ranch lì vicino.
Ringraziata la donna, John decide di restare un po’ lì per riprendersi e
pianificare il da farsi.
La
trama di questo gioco è complessa e decisamente stratificata. Ben lungi dall’essere
un semplice pretesto per far esplorare l’area al giocatore, gli eventi narrati
si sviluppano con toni drammatici e soprattutto profondamente disincantati,
forti anche di un graffiante sottofondo di satira nei confronti della società
contemporanea. Marston stesso riflette questa impostazione: cinico, silenzioso,
teso ma assolutamente determinato e fondamentalmente buono, si dimostra
carismatico a sufficienza da poter tenere testa alla ricca selezione di
comprimari e non relegare alla sola ambientazione lo stimolo al giocatore di
andare avanti.
L’azione
si sviluppa attraverso una serie di missioni assegnati da vari committenti, che
metteranno in videoludica tutte le tipiche situazioni che gli appassionati
hanno imparato ad amare negli spaghetti-western. Scontri a fuoco con i banditi,
salvataggio e scorta di civili, gare di velocità e via discorrendo saranno il
pane quotidiano, ma non mancheranno anche missioni tranquille dove si potrà
rivivere la concezione originaria di cowboy, ovvero quella di pacifico mandriano
che difende ciò che è suo. L’abilità di Marston con le armi sarà indiscussa e
permetterà al giocatore di controllarlo in maniera fluida e spettacolare, grazie
anche ad un sistema di coperture dinamico che lo farà agganciare
automaticamente al riparo migliore. Il sistema di mira è diviso in tre livelli,
intercambiabili in qualsiasi momento tramite il menu delle opzioni: da quello
automatico per principianti a quello esperto dove sarà lasciato tutto alla
perizia del giocatore. L’intercambiabilità dello sparo è giustificata dal fatto
che quasi da subito verrà richiesto al giocatore di svolgere più cose
contemporaneamente e con precisione (mira-spara-tieni la strada). Non esistono
delle vere e proprie missioni secondarie, ma la grande quantità di attività di
corredo non ne fa sentire la mancanza: oltre ai soliti giochi d’azzardo avremo
la possibilità di improvvisarci domatori di cavalli, corridori o anche il semplice
sbronzarci.
Completando
missioni ed effettuando scelte ci verranno assegnati oltre ai soldi una certa
quantità di fama e di onore, a cui a tempo debito corrisponderà un titolo. Oppure,
volendo, potremo scegliere la via del fuorilegge, via possibile ma non
incentivata dal gameplay: se la fama può solo crescere, l’onore può anche
essere negativo. Una volta commesso un reato dovremo allontanarci in fretta
dall’area e ci beccheremo anche una taglia sulla testa. Un onore negativo
porterà a meno ricompense monetarie e alla paura degli NPC, che potrebbero più
non voler aver niente a che fare con noi precludendoci attività ed acquisti.
Graficamente
parlando il titolo in questione è davvero pregevole. Non si era mai vista una
tale estensione dell’orizzonte abbinata ad un tale livello di dettaglio e
fluidità. Il motore usato è lo stesso di GTA IV e bisogna dire che se la cava
molto meglio qui che a renderizzare grattacieli, dipingendo un mondo
incredibilmente vivo e dinamico, colorandolo di luci soffuse e colori polverosi
e malinconici. La verosimiglianza del tutto è anche aumentata dalla presenza di
eventi casuali che richiedono il nostro intervento e da un sistema dinamico di
simulazione degli eventi atmosferici e di luce, che rendono ancora più
tridimensionale il dipanarsi del territorio su schermo. Grande cura nei
personaggi a prescindere dal ruolo, grazie a delle espressioni facciali ben
fatte e alla modellazione dei tratti convincente, mentre assolutamente
eccellente la realizzazione dei vari animali. Purtroppo da un punto di vista
tecnico il gioco non è molto raffinato: oltre ad un numero piuttosto esiguo di
elementi a schermo in contemporanea, la versione PS3 presenta un fastidioso e
persistente aliasing a schermo e una serie abbastanza nutrita di glitch minori,
quali nemici ed alleati che scompaiono, eventi casuali insistenti, missioni che
non si attivano, diverse compenetrazioni poligonali e vistosi “singhiozzi” del
motore nel caricamento delle aree urbane. Niente in grado di compromettere l’esperienza,
ma dispiace comunque riscontrarli data la cura per il dettaglio che
caratterizza tutta questa produzione.
Il
comparto audio viaggia su standard paralleli, grazie ad una colonna sonora d’atmosfera
e realizzata con tecnologie innovative, che permettono al programma di armonizzare
in tempo reale le melodie dei vari strumenti per adattarsi dinamicamente ad
ogni situazione, e alla presenza di tre canzoni cantate molto belle. Davvero
eccellente il doppiaggio inglese, sottotitoli italiani tradotti con qualità,
anche se di dimensioni ridotte rispetto allo schermo ed assenti per alcune
battute.
Longevità
anche qui ad alti livelli: circa venti ore per la trama principale e altre
venti per scoprire ogni segreto dei 72 chilometri quadrati di mappa, tra eventi
casuali, missioni dai passanti, multigiocatore, collezionabili e quant’altro.
Sembra
davvero impossibile riuscire a trovare qualcosa che non funzioni in questo
gioco. L’unico rimprovero che gli si potrebbe fare è il non aver migliorato la
stabilità della grafica, ma per il resto è veramente tutto fatto con lode. L’orgogliosa
malinconia con cui Marston si affaccenderà sullo sfondo di una frontiera
morente vi regalerà molte soddisfazioni, impreziosite dalla sensazione
amarognola di stare assistendo alla fine di un’era e allo spolvero dissacrante
di molte sue vecchie reliquie. Se non vi è mai piaciuto il western, invece,
potreste trovare qui un buon motivo per ricredervi.
Voto 93/100
Scheda
Tecnica
Casa
Rockstar | Sviluppatore: Rockstar San Diego | Distributore Take Two Interactive | Formati
Disponibili PlayStation 3, Xbox 360, PC |
Formato Esaminato PlayStation 3 |
Prezzo € 19,90 | Specifiche tecniche 600 MB HD, Controller analogico con
vibrazione, TV HD 720p | Lingua Italiano
(testo a schermo e sottotitoli), Inglese
(parlato) | Multigiocatore PSN o Xbox Live
fino a 16 giocatori | Età consigliata 18+
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