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lunedì 18 febbraio 2013

Recensione - RED DEAD REDEMPTION


A ben pensarci, il vecchio West è un’ambientazione perfetta per un free-roaming. Grandi mondi da esplorare, attività collaterali da snocciolare, tanta azione. La tentazione era davvero troppo forte ed ecco quindi che la Rockstar si lancia in un nuovo contesto, adattandovi i suoi crismi e la sua continua battaglia per l’affermazione di una narratività propria dei videogiochi: il risultato ce l’abbiamo qui davanti oggi e si chiama Red Dead Redemption.


L’anno è il 1911, un treno a vapore percorre lo stretto binario solitario che conduce ai territori ancora selvatici del lontano ovest. Tra i passeggeri, spicca tra pastori indottrinanti e vecchiette brontolone un uomo con il volto scavato da profonde cicatrici, che non spiccica parola per tutto il viaggio. Attraverso le prime fasi di gioco che fanno da tutorial si viene a sapere che sia chiama John Marston e che sta cercando un certo Williamson, arroccato al vicino Fort Mercer. La conversazione tra i due non è amichevole e finisce con un proiettile in corpo a Marston. Sembra tutto finito, ma il cowboy viene raccolto e curato da una donna bionda di nome Bonnie, proprietaria di un ranch lì vicino. Ringraziata la donna, John decide di restare un po’ lì per riprendersi e pianificare il da farsi.
La trama di questo gioco è complessa e decisamente stratificata. Ben lungi dall’essere un semplice pretesto per far esplorare l’area al giocatore, gli eventi narrati si sviluppano con toni drammatici e soprattutto profondamente disincantati, forti anche di un graffiante sottofondo di satira nei confronti della società contemporanea. Marston stesso riflette questa impostazione: cinico, silenzioso, teso ma assolutamente determinato e fondamentalmente buono, si dimostra carismatico a sufficienza da poter tenere testa alla ricca selezione di comprimari e non relegare alla sola ambientazione lo stimolo al giocatore di andare avanti.


L’azione si sviluppa attraverso una serie di missioni assegnati da vari committenti, che metteranno in videoludica tutte le tipiche situazioni che gli appassionati hanno imparato ad amare negli spaghetti-western. Scontri a fuoco con i banditi, salvataggio e scorta di civili, gare di velocità e via discorrendo saranno il pane quotidiano, ma non mancheranno anche missioni tranquille dove si potrà rivivere la concezione originaria di cowboy, ovvero quella di pacifico mandriano che difende ciò che è suo. L’abilità di Marston con le armi sarà indiscussa e permetterà al giocatore di controllarlo in maniera fluida e spettacolare, grazie anche ad un sistema di coperture dinamico che lo farà agganciare automaticamente al riparo migliore. Il sistema di mira è diviso in tre livelli, intercambiabili in qualsiasi momento tramite il menu delle opzioni: da quello automatico per principianti a quello esperto dove sarà lasciato tutto alla perizia del giocatore. L’intercambiabilità dello sparo è giustificata dal fatto che quasi da subito verrà richiesto al giocatore di svolgere più cose contemporaneamente e con precisione (mira-spara-tieni la strada). Non esistono delle vere e proprie missioni secondarie, ma la grande quantità di attività di corredo non ne fa sentire la mancanza: oltre ai soliti giochi d’azzardo avremo la possibilità di improvvisarci domatori di cavalli, corridori o anche il semplice sbronzarci.
Completando missioni ed effettuando scelte ci verranno assegnati oltre ai soldi una certa quantità di fama e di onore, a cui a tempo debito corrisponderà un titolo. Oppure, volendo, potremo scegliere la via del fuorilegge, via possibile ma non incentivata dal gameplay: se la fama può solo crescere, l’onore può anche essere negativo. Una volta commesso un reato dovremo allontanarci in fretta dall’area e ci beccheremo anche una taglia sulla testa. Un onore negativo porterà a meno ricompense monetarie e alla paura degli NPC, che potrebbero più non voler aver niente a che fare con noi precludendoci attività ed acquisti.

Graficamente parlando il titolo in questione è davvero pregevole. Non si era mai vista una tale estensione dell’orizzonte abbinata ad un tale livello di dettaglio e fluidità. Il motore usato è lo stesso di GTA IV e bisogna dire che se la cava molto meglio qui che a renderizzare grattacieli, dipingendo un mondo incredibilmente vivo e dinamico, colorandolo di luci soffuse e colori polverosi e malinconici. La verosimiglianza del tutto è anche aumentata dalla presenza di eventi casuali che richiedono il nostro intervento e da un sistema dinamico di simulazione degli eventi atmosferici e di luce, che rendono ancora più tridimensionale il dipanarsi del territorio su schermo. Grande cura nei personaggi a prescindere dal ruolo, grazie a delle espressioni facciali ben fatte e alla modellazione dei tratti convincente, mentre assolutamente eccellente la realizzazione dei vari animali. Purtroppo da un punto di vista tecnico il gioco non è molto raffinato: oltre ad un numero piuttosto esiguo di elementi a schermo in contemporanea, la versione PS3 presenta un fastidioso e persistente aliasing a schermo e una serie abbastanza nutrita di glitch minori, quali nemici ed alleati che scompaiono, eventi casuali insistenti, missioni che non si attivano, diverse compenetrazioni poligonali e vistosi “singhiozzi” del motore nel caricamento delle aree urbane. Niente in grado di compromettere l’esperienza, ma dispiace comunque riscontrarli data la cura per il dettaglio che caratterizza tutta questa produzione.

Il comparto audio viaggia su standard paralleli, grazie ad una colonna sonora d’atmosfera e realizzata con tecnologie innovative, che permettono al programma di armonizzare in tempo reale le melodie dei vari strumenti per adattarsi dinamicamente ad ogni situazione, e alla presenza di tre canzoni cantate molto belle. Davvero eccellente il doppiaggio inglese, sottotitoli italiani tradotti con qualità, anche se di dimensioni ridotte rispetto allo schermo ed assenti per alcune battute.
Longevità anche qui ad alti livelli: circa venti ore per la trama principale e altre venti per scoprire ogni segreto dei 72 chilometri quadrati di mappa, tra eventi casuali, missioni dai passanti, multigiocatore, collezionabili e quant’altro.

Sembra davvero impossibile riuscire a trovare qualcosa che non funzioni in questo gioco. L’unico rimprovero che gli si potrebbe fare è il non aver migliorato la stabilità della grafica, ma per il resto è veramente tutto fatto con lode. L’orgogliosa malinconia con cui Marston si affaccenderà sullo sfondo di una frontiera morente vi regalerà molte soddisfazioni, impreziosite dalla sensazione amarognola di stare assistendo alla fine di un’era e allo spolvero dissacrante di molte sue vecchie reliquie. Se non vi è mai piaciuto il western, invece, potreste trovare qui un buon motivo per ricredervi.

Voto 93/100



Scheda Tecnica
Casa Rockstar | Sviluppatore: Rockstar San Diego | Distributore Take Two Interactive | Formati Disponibili PlayStation 3, Xbox 360, PC | Formato Esaminato PlayStation 3 | Prezzo € 19,90 | Specifiche tecniche 600 MB HD, Controller analogico con vibrazione, TV HD 720p | Lingua Italiano (testo a schermo e sottotitoli), Inglese (parlato) | Multigiocatore PSN o Xbox Live fino a 16 giocatori | Età consigliata 18+

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