E’
passato un po’ di tempo da quando Tony ha collaborato con i Vendicatori e ha
scongiurato l’invasione dei Chitauri guidati da Loki. Ma si capisce che
qualcosa non va in lui, la prestazione lo ha stressato, compresso, e a parte le
sue armature e Pepper non c’è niente che lo conforti. Dovrà affrontare i suoi
demoni.
Vecchia
storia, quella dei supereroi che soffrono internamente. Ce ne aveva già parlato
esaurientemente l’Uomo Pipistrello nella trilogia di Nolan, e prima di lui si
era provato a metterla su pellicola con l’Arrampicamuri, ottenendo in quest’ultimo
caso un risultato abbastanza mediocre forse per semplice mancanza di un cast
con adeguato physique-du-rôle.
Quindi,
come fare a dare un certo smalto nonché motivazione per un terzo film ad un
personaggio, quello del gladiatore dorato, che non ha mai mostrato nulla per
caratterizzazione? Semplice: buttiamolo sui riferimenti ad Avengers. Il film
così diventa quasi istantaneamente un cammino di crescita dal sapore per certi
versi videoludico da parte del personaggio di Tony, a cui però alla fine
importa solo la ricerca fine a se stessa, includendovi dentro anche il
flashback che compare ad inizio film.
Però
fermiamoci: non tutto è da buttare. Primo di tutti, Robert Downey Jr. Per tutto
il film egli non interpreta Tony Stark, ma è Tony Stark, esagerato, riciclato,
geniale ma grezzamente giusto. La sua recitazione, come sempre al di sopra di
ogni riga tracciabile, strappa tutte le risate del mondo e tiene in piedi quasi
da sola tutte le due ore di film, oscurando (a parere di chi scrive
ingiustamente) anche la buona prestazione di Gwyneth Paltrow nel solito ruolo
di Pepper Pots, con un senso di deja-vu evidente (chi ha detto Megan Fox?).
Persino un signor attore come Ben Kingsley, purtroppo, deve inchinarsi a questo
modo di fare e nonostante la sua bravura finisce per essere sprecato.
Contemporanea
al giocherellare di Tony interviene l’esigenza di regia nella costruzione delle
scene: la fantasia coreografica in questo film è ad alti livelli e mette su
sequenze dalla spettacolarità così solida che si taglia con il coltello. Colpi
di scena in sé di trama non ce ne sono per davvero, a parte uno, e tutto alla
fine potremmo classificarlo come un buon giro di giostra con solito cameo dell’immortale
Stan Lee.
Insomma:
intrattenimento puro e senza pretese. Se non dovessimo più rivedere Tony Stark
questo film è senza dubbio un buon saluto nei suoi confronti, costruita
attraverso una divertente e spensierata buonanotte. Il consiglio di visione non
può quindi essere oggettivo: se siete fan del personaggio cinematografico probabilmente
vedrete lo stesso questo film passando sopra alle sue molte magagne, ma se i
cinefumetti vi hanno abbandonato o Avengers l’avete cestinato lasciate perdere,
c’è Batman per voi.
Voto:
2.6/5
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